Liceali contenti di saltare la scuola se la prendono con Meloni e Israele

Insulti ai politici, imbrattamenti e oltraggi ai monumenti nelle città

Liceali contenti di saltare la scuola se la prendono con Meloni e Israele
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Ogni pretesto è buono per scendere in piazza e non andare a scuola, dalla Palestina al governo passando per il merito e l'antifascismo. Ieri, in oltre quaranta città, hanno manifestato gli studenti delle scuole superiori e dell'università «contro le politiche antipopolari del governo Meloni» e per «la condanna alla complicità del governo italiano nel massacro che sta avvenendo in Palestina» nell'ambito dello «sciopero studentesco internazionale».

A finire sul banco degli imputati sono stati principalmente il governo italiano e Israele ma non sono mancate le proteste contro «la scuola del merito», l'alternanza scuola-lavoro e sul sempre verde «pericolo fascista» al coro di «siamo tutti antifascisti». A Roma sono scese in piazza numerose sigle tra cui l'organizzazione studentesca di sinistra Osa, gli esponenti del Fronte della Gioventù Comunista, il Movimento degli studenti palestinesi, Cambiare rotta e i rappresentanti del Movimento per il diritto all'abitare scandendo gli slogan «Palestina libera» e «Meloni fascista». Fuori dal ministero dell'Istruzione, durante il corteo degli studenti contro la scuola azienda e a sostegno del popolo palestinese, sono stati rivolti insulti al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ed è stato esposto un cartellone raffigurante Giorgia Meloni e Benjamin Netanyahu mentre si stringono la mano con il segno di mani sporche di sangue.

Nel corteo degli studenti a Milano un gruppo con il volto coperto ha imbrattato le vetrine di Emporio Armani attaccando volantini con scritto «rapporti economici con Israele = finanziare il genocidio» mentre vicino ad Assolombarda sono stati «insanguinati» i banchi contro l'alternanza scuola-lavoro. A Torino invece si sono verificati scontri con le forze dell'ordine, sono stati bruciati cartelli contro il governo ed è stato imbrattato con vernice rossa un cartello con le foto di Giorgia Meloni e del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Non è andata meglio a Napoli dove il corteo studentesco ha esposto uno striscione con scritto «povertà educativa e sionismo. Tutto merito vostro. Stop genocidio e stop riforma Valditara» con numerose bandiere della Palestina e il cartello «from the River to the sea. Palestina will be free».

Un gruppo di manifestanti si è staccato dal corteo principale e si è diretto alla sede di Fratelli d'Italia dove ha affisso uno striscione che dice «Governo Meloni criminale, chi si astiene è complice». Manifestanti, studenti ed esponenti di SìCobas, hanno bloccato le porte per entrare sulla Cupola del Brunelleschi impedendo ai turisti di accedere ed esponendo cartelli e bandiere della Palestina con scritto «non si può ammirare la bellezza mentre è in corso un genocidio», mentre a Pisa è stata esposta una maxi bandiera palestinese dalla Torre, a Bologna sono state bruciate le foto del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, della segretaria del Pd Elly Schelin e del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

In generale c'è un elemento che ha accomunato tutti i cortei ed è l'odio manifestato attraverso slogan, bandiere bruciate, cartelli offensivi, tutti aspetti che non hanno nulla a che fare con una legittima protesta studentesca.

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