L'italiano torna emigrante Ma l'America ora è la Cina

Il numero dei nostri connazionali a Pechino e dintorni e triplicato. Il top? Fare il maggiordomo

L'italiano torna emigrante Ma l'America ora è la Cina

Napoleone nel 1816 lanciò una profezia: «Quando la Cina si sveglierà il mondo tremerà». La notizia non è che la profezia, poi ripresa anche da Lenin, si è avverata (questa è una notizia ormai datata). Ma piuttosto che sempre più italiani decidono di fare le valigie e cavalcare il sogno economico cinese.

Secondo infatti uno studio della Fondazione Migrantes (promossa dalla Cei) i cittadini italiani residenti fuori dei confini nazionali sono più di 4 milioni, il 7,3% degli italiani residenti in Italia. Ma la novità è che l'emigrazione si sta spostando prepotentemente verso l'Asia, dove nel 2013 sono stati registrati 3.500 italiani residenti in più. E il dato cresce con costanza: negli ultimi 3 anni l'Asia è stata la via di fuga che ha incrementato di più la percentuale di residenti italiani (+18,5%). Il Paese maggiormente interessato da questi spostamenti è la Cina, la cui comunità italiana è costituita da oltre 6.700 unità (+905 italiani residenti nel 2013). La popolazione italiana residente in Cina nel 2013 è, infatti, triplicata rispetto al 2006 (+239%), con un picco di trasferimenti nel 2009 (+25%).

Com'è noto la disoccupazione italiana a maggio è schizzata al livello più alto mai registrato dopo il 1977, ossia il 12,2%. E per un numero crescente di persone l'antidoto alla disoccupazione italiana si chiama Cina. Inutile dire che sono i giovani quelli più colpiti dal triste fenomeno: dall'ultimo rapporto pubblicato da Excelsior-Unioncamere, relativamente alle previsioni di assunzioni lavorative dell'ultimo trimestre (aprile-giugno 2013) risulta diminuita proprio la quota di laureati che hanno trovato un impiego. Al contrario, su questo tanto ambito titolo di studio, sembra vincere a mani basse il diploma. Ma la Cina può davvero riuscire a prendere il posto delle note mete paradisiache dei giovani laureati italiani? Nell'immaginario del giovane felice può sostituire l'America, che brilla ancora con la sua Silicon Valley Californiana?

A rispondere alla domanda è Jun Lang, un 22enne cittadino italiano dai tratti spiccatamente asiatici e l'accento tipicamente milanese, che mi racconta la sua versione: «Sono cambiati i tempi rispetto a qualche anno fa. I miei coetanei non snobbano più la Cina, capiscono che è ha un business fiorente e che i cinesi stanno aumentando anche la loro cultura». E prosegue Lang: «Sto per laurearmi in ingegneria qui in Italia, poi tornerò in Cina e sarò un ingegnere molto avvantaggiato...».
In effetti sono sempre di più i «cinesi di ritorno», ossia quelli nati o cresciuti in Italia, ma che una volta acquisiti prestigiosi titoli di studio nel nostro Paese cercano fortuna in Cina, con laurea italiana in bella mostra. Che lì funziona davvero!

Sergio invece è un maggiordomo veronese, ormai residente a Pechino. Lavora per un miliardario cinese. Gli chiedo quanto guadagna: «Non meno di 5000 euro al mese, più i benefit che può darti una vita nel lusso. Ma ciò che conta è il basso costo della vita, per un affitto mensile dignitoso qui bastano 200euro al mese, la spesa di un pasto medio è meno di 4 euro. E i prezzi dei trasporti sono bassissimi: oggi ho fatto 30 km in taxi e ho speso circa 7 euro».

In effetti mentre l'Europa pare sempre più inchinata verso il collasso e l'America si limita a fare da spettatrice, la Cina ha incrementato i milionari del 5,2% rispetto al 2010 e il Giappone del 4,8%, assestandosi al secondo posto nel mondo per numero di milionari, subito dopo gli Stati Uniti (indeboliti però da un crollo dell'1,2%). In poche parole dalla Cina e in particolar modo da gran parte dell'Asia aumenteranno esponenzialmente le richieste di maggiordomi e secondo il South China Morning Post di Hong Kong, il maggiordomo più richiesto dai ricchi asiatici è quello europeo, meglio se britannico certo, ma anche italiano è un bel must.

Si stima che in Cina entro il 2050 ci saranno circa 450 milioni di anziani, molti di loro plurimilionari. Per gli under 30 italiani che sognano un futuro è meglio iscriversi all'università o all'accademia per maggiordomi?

thomas.leoncini@libero.it

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