Potrà pure scarseggiare l'acqua, ma se c'è una cosa che non mancherà mai in Sicilia sono i consulenti. Alla faccia delle tasche dei contribuenti e in barba alla recente indagine della Corte dei Conti. La pratica di ricorrere a esperti è diventata una consuetudine a Palazzo d'Orleans.
Basti pensare che dal 2008 a oggi sono più di 600 i contratti di consulenza esterna stipulati dall'amministrazione siciliana: una voce di spesa che ha inciso per circa otto milioni di euro, nonostante i risparmi annunciati in pompa magna e il taglio dei dipartimenti in linea con la spending review.
Ed è proprio da uno di questi dipartimenti, precisamente quello dell'Istruzione e della Formazione del personale, che arriva un'altra infornata di consulenti. Duecentonove esperti che, secondo quanto recita il decreto firmato dal capo del dipartimento, Ludovic Albert, dovranno occuparsi «della selezione delle proposte progettuali in materia di istruzione, formazione, lavoro ed inclusione sociale».
In sostanza, questo nuovo esercito di personale valuterà i progetti finanziati con le risorse dell'Unione europea, in particolare quelli relativi al Fondo sociale europeo (Fse). Un lavoro che verrà svolto in un numero imprecisato di sedute così come imprecisate sono le giornate necessarie a svolgerlo. L'unica cosa scritta nero su bianco sul testo è la durata minima di quattro ore per un compenso giornaliero di 200 euro lordi, che diventa di 250 euro lordi se lo scrutinante risiede a più di 250 km dalla sede di svolgimento dell'incarico.
Si parla di una spesa minima complessiva per la Regione Siciliana (e quindi per i contribuenti) di 41.800 euro. Difficilmente i consulenti lavoreranno solo un giorno, e solo quattro ore. E quindi la spesa rischierà ancora una volta di lievitare. Ma la Sicilia, si sa, è terra surreale. E così, a rendere ancora più parossistica la vicenda, c'è la motivazione che ha reso necessaria la pubblicazione della graduatoria: «Considerato che il personale amministrativo regionale in dotazione risulta sottodimensionato rispetto alle esigenze...». Ora, dal momento che la Regione Siciliana dispone di 20.288 unità (di cui 17.218 a tempo indeterminato e 3.070 con contratti a termine, senza contare circa 1800 dirigenti), di sottodimensionato forse c'è solo il buon senso.
Possibile che non basti tutta questa pletora di funzionari? Se tutto ciò non fosse sufficiente, leggendo il decreto si nota come la long list sia collegata a un primo provvedimento del 2011 dove però i valutatori erano 190. Insomma, nel giro di un anno, Palazzo d'Orleans è corso ai ripari. E ha chiamato alle armi altri 19 «fortunati» per assolvere alla dispendiosa valutazione dei progetti volti a far crescere l'occupazione in Sicilia. Al momento però a crescere sono solo le spese della Regione. E il malcontento della popolazione, in un periodo in cui l'antipolitica e la lotta agli sprechi la fanno da padroni.
A sentire la Regione è tutto in regola però. Perché «le consulenze sono previste sia da leggi statali sia da norme regionali». Il punto è capire se effettivamente, con l'abbondanza di personale in attività, il bisogno di avvalersi di esperti sia così imprescindibile.
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