L'ostacolo fisso alla pace sociale: Landini fa l'ultrà e aizza le piazze

Il segretario Cgil soffia sul fuoco: corteo a Roma il 24 Fa il leader dell’opposizione: sì a Elly, snobbato Conte

L'ostacolo fisso alla pace sociale: Landini fa l'ultrà e aizza le piazze
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La premier Giorgia Meloni vuole disinnescare la «bomba sociale» e apre al confronto con i sindacati. Maurizio Landini, segretario della Cgil, non intende rinunciare alla sua ambizione di essere il collettore dell’opposizione e chiude la porta al governo. Altro che pace sociale, «avanti con la mobilitazione», reagisce Landini. Che rilancia l’appuntamento di piazza in programma a Roma il prossimo 24 giugno. Un evento lanciato dal sindacato rosso «per la sanità pubblica e per dire basta morti sul lavoro». La manifestazione romana è una delle tappe del percorso di mobilitazione sindacale cominciato il 6 maggio a Bologna per protestare contro il decreto Lavoro approvato il 1 maggio dal governo di centrodestra.

E se la Cisl sembra avere accolto con favore la disponibilità al dialogo da parte di Meloni, Landini vuole continuare a presidiare le piazze, ignorando il rischio di «una bomba sociale» paventato dalla premier nell’incontro di martedì a Palazzo Chigi con i principali rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Più che un Pd suonato e un M5s ridotto ai minimi termini, è la Cgil che si candida al ruolo di spina nel fianco della maggioranza. È Landini che detta i tempi della protesta e sceglie i partner politici che devono essere al suo fianco contro l’esecutivo. Già a Bologna si era visto il tandem con Elly Schlein, assente Giuseppe Conte. Qualche giorno prima alla stazione Leopolda di Firenze, luogo simbolo del renzismo, il segretario del sindacato di sinistra aveva stretto un patto di ferro con la leader del nuovo Pd ultra progressista.

Come dicevamo, il terzo incomodo dell’accoppiata rossa è Conte, il capo di un M5s che sposa battaglie di sinistra ma che, allo stesso tempo, ancora vuole tenersi le mani libere dall’abbraccio mortale con i dem e la Cgil. Landini non se ne cura e snobba la piazza grillina. I Cinque Stelle saranno in corteo sabato 17 giugno a Roma, per dire basta alle «vite precarie». Anche loro contro il decreto lavoro e contro l’abolizione del reddito di cittadinanza. Pure i pentastellati per il salario minimo. In apparenza c’è una sostanziale aderenza ai temi sposati dalla Cgil e dalla dirigenza del Nazareno. Eppure Landini rifiuta la mobilitazione di Conte. «La nostra proposta non è solo di introdurre il salario minimo e noi pensiamo che sia necessario farlo. Ma in Italia va accompagnato da una legge sulla rappresentanza. Che dia valore ai contratti nazionali di lavoro, che cancelli i contratti pirata, che garantisca i diritti fondamentali come la malattia, le ferie, gli infortuni, la maternità», sale in cattedra Landini a margine dell’assemblea di Banca d’Italia. Ai cronisti che gli chiedono se parteciperà alla manifestazione del M5s risponde sicuro: «No, le piazze le organizziamo noi, noi saremo in piazza il 24 giugno per manifestare sulla sanità pubblica e per dire basta alle morti sul lavoro. Di piazze ne abbiamo riempite anche a maggio e ne riempiremo altre». Dal Pd dicono che la Cgil snobba il M5s perché Landini è convinto che la spinta elettorale di Conte si sia depotenziata. Nel Movimento spiegano che il segretario della Cgil è contrariato dalla collaborazione dell’ex premier con Meloni sulle nomine destinate all’opposizione.

«Vedo punti condivisibili, ma non si è parlato di extraprofitti», punge

Landini anche sulla relazione del governatore di Bankitalia Ignazio Visco. «Proseguiamo con la mobilitazione», ribadisce il leader della Cgil, che vuole mangiarsi il Pd e infiammare la piazza fino alla fine della legislatura.

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