L'Ue boccia la Bossi-Fini senza leggerla

Nel mirino una norma inesistente che punirebbe chi salva i clandestini. Silenzio sui respingimenti di Spagna e Francia

A Ceuta la giornata di ieri inizia con un assalto dei migranti africani alle recinzioni che dividono il suolo marocchino dall'enclave spagnola. È il quinto assalto da agosto e tutto fila come di consueto. Un centinaio di disperati in fuga dai vari regni del caos africano si lanciano contro i gendarmi marocchini che presidiano le reti. Come sempre vengono respinti senza complimenti e ricacciati negli accampamenti dove marciscono da mesi. Dall'altra parte della barriera la Guarda Civile spagnola è pronta a «respingere» gli eventuali intrusi penetrati in territorio europeo. Ma di quel che succede a Ceuta, di quei disgraziati ricacciati a suon di botte, al Parlamento di Bruxelles interessa poco. Sul fronte dell'immigrazione ci son altre nazioni da sanzionare, altre condotte da censurare. Ad esempio l'Italia colpevole, a detta dei nostri partner europei, di mantenere in vigore una legge Bossi-Fini che consentirebbe azioni penali contro chi soccorre i clandestini vittime del mare. E così i parlamentari europei chiamati a discutere di flussi migratori nel Mediterraneo si affidano a una risoluzione bipartisan in cui si chiede, tra l'altro, di «modificare o rivedere eventuali normative che infliggono sanzioni a chi presta assistenza in mare».
Il malcelato riferimento alla Bossi-Fini è tanto ovvio quanto cannato. Il comma 2 articolo 2 del testo di legge precisa infatti che le operazioni di soccorso non vanno considerate favoreggiamento. «Abbiamo votato senza impuntarci su quell'errore perché nella sua completezza la mozione parla per la prima volta di condivisione della responsabilità fra stati membri nella gestione degli immigrati e questo per l'Italia è molto importante» - chiarisce Carlo Fidanza eurodeputato tra le fila del Partito Popolare Europeo.

L'Italia bersaglio resta comunque un comodo paravento per chi a Bruxelles preferisce ignorare i «respingimenti» di Ceuta, il muro «anti migranti» eretto in Grecia e quello in costruzione in Bulgaria. Ovvero tutti i tappabuchi che trasformano il Mediterraneo e le sponde italiane in un punto di passaggio obbligato.

Ma volendo affrontare l'argomento leggi «discutibili» si potrebbe spendere qualche parola anche sul decreto con cui Madrid ha sospeso l'assistenza sanitaria gratuita a 150mila immigrati irregolari. O dar un'occhiata alla Francia socialista del presidente François Hollande dove, ancor prima di rispedire a casa la zingarella Leonarda, si sbandieravano con orgoglio le espulsioni di 18mila sans papiers nei primi otto mesi dell'anno promettendo di cacciarne 21mila in tutto entro il 31 dicembre.
E per capire le prossime tendenze sull'argomento gli eurodeputati potrebbero andare a vedere quel che si muove in Inghilterra. Lì il premier David Cameron e il fido ministro degli interni Theresa May hanno già pronta una legge studiata ad hoc, hanno spiegato, per trasformare la Gran Bretagna in un «terreno ostile» per gli immigrati non in regola. Gli strumenti principali del nuovo progetto di legge a «tolleranza zero» saranno l'individuazione e la caccia serrata ai clandestini seguite da provvedimenti d'immediata espulsione. Per favorire la denuncia dei residenti illegali Cameron e i suoi punteranno sulle delazioni dei padroni di casa. E nella grande caccia al clandestino saranno coinvolte pure le banche costrette a pretendere un certificato di soggiorno prima di concedere l'apertura di nuovo conti correnti agli stranieri. Quanto alle espulsioni saranno immediate e senza troppe possibilità d'appello. La regola principale sarà «prima deportare e poi ascoltare».

Per prima cosa dunque gli illegali saranno caricati su un aereo e rimandati in patria. Poi, con comodo, le autorità si riserveranno di valutare le buone ragioni dei respinti e l'eventuale diritto a venir riaccolti sul territorio di Sua Maestà.

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