Un'altra stangata Ue: dopo le auto, pure l'obbligo di case "verdi"

Una nuova batosta proveniente da Bruxelles si abbatterà nei prossimi anni sulle tasche degli italiani con un approccio orientato a far pagare i costi della transizione ecologica ai cittadini e una visione classista: chi ha i soldi si adegua, chi non può pagare si arrangia.

Un'altra stangata Ue: dopo le auto, pure l'obbligo di case "verdi"

Non bastava la stretta sulle auto diesel e benzina con lo stop al motore endotermico nel 2035, l'aumento delle bollette dovuto a politiche energetiche errate. Ora l'Unione europea si appresta ad approvare l'ennesima stangata per i cittadini. Il bersaglio delle istituzioni europee questa volta è la casa con una direttiva sull'efficentamento energetico di cui si discute da tempo ma che dovrebbe essere approvata il 24 gennaio dalla Commissione energia del Parlamento europeo per essere poi varata dal Parlamento entro il 13 marzo.

Il testo della direttiva, ancora in fase di trattative, prevede che entro il primo gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno avere almeno la classe energetica “E” per poi raggiungere la “D” entro il 2033 e arrivare a emissioni zero tra il 2040 e il 2050 come spiega “Il Messaggero”.

Una richiesta che si scontra con la situazione del patrimonio immobiliare italiano costituito da numerose abitazioni costruite decenni fa con criteri energetici differenti da quelli attuali. La misura prevede l'obbligo per gli Stati membri di assicurare che il patrimonio edilizio sia ristrutturato, pena sanzioni che dovranno essere applicati dai singoli Stati. La proposta iniziale addirittura prevedeva il divieto di vendere o affittare la casa ma, anche se questa ipotesi è venuta meno, con l'approvazione del regolamento europeo le case che non saranno ristrutturate perderanno di valore. Il problema è che in Italia il 60% delle abitazioni hanno classe energetiche “G” e “F”, ciò significa che chi non potrà permettersi di ristrutturare la propria abitazione, sarà costretto a subire una svalutazione del proprio patrimonio.

Nonostante siano previste esenzioni per le dimore di “interesse storico”, riguarderebbero solo quelle “ufficialmente protette”, ovvero sottoposte a vincolo, un'ipotesi che escluderebbe numerosi edifici nei centri storici delle nostre città e paesi.

Si tratta di una nuova batosta proveniente da Bruxelles che si abbatterà nei prossimi anni sulle

tasche degli italiani che conferma un approccio orientato a far pagare i costi della transizione ecologica ai cittadini con una visione classista: chi ha i soldi si adegua, chi non può pagare si arrangia.

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