Dacci oggi il nostro fango quotidiano. Marco Travaglio non disattende mai le aspettative dei propri lettori e ogni giorno, dalle pagine del Fatto, dispensa veleni e bastonate contro il governo. Nulla di cui sorprendersi, chiaro. In particolare, oggi il direttore ha firmato un editoriale sulle più recenti vicissitudini parlamentari, prendendosela con i "finti oppositori" di Italia Viva per alcuni loro orientamenti in linea con la maggioranza. Secondo il giornalista, infatti, chi non fa la guerra alla Meloni sarebbe di fatto un suo sostenitore: non sembra contemplata, insomma, la possibilità che su certi temi si possa essere d'accordo anche tra avversari.
"Renzi nella maggioranza a sua insaputa"
"I Renzi boys votano tutto il peggio del governo, che non ne ha bisogno e non chiede nulla, ma si ritrova Iv in maggioranza a sua insaputa. E i renziani in pancia sono peggio della tenia, che ti s'insinua nell'intestino quando meno te l'aspetti e si mangia tutto", ha così scritto Travaglio. Per meglio contestualizzare i livori politici del giornalista, il Fatto ha anche pubblicato un articolo nel quale si elencano le aperture di Italia Viva sulla riforma governativa della giustizia, sul no al salario minimo e sulla contrarietà al reddito di cittadinanza. Tali convergenze non sono certo una bella notizia per Cinque Stelle e Pd, che di fatto si ritroveranno numericamente all'angolo durante i decisivi passaggi in Aula. Da qui, la mossa travagliesca: rigirando abilmente la frittata, il giornalista ha tentato di far passare la circostanza come un danno al governo.
L'editoriale di Travaglio
"Siamo molto preoccupati per Giorgia Meloni (...) per l'unico guaio davvero irreparabile e definitivo che sta per investirla, ben più letale dei cambiamenti climatici e a prova di negazionisti: Renzi nella maggioranza. I cimiteri della politica sono lastricati di lapidi degli altri sventurati premier che ebbero in sorte anche solo un fugace contatto con la mortifera e pestilenziale presenza", ha scritto il direttore, menzionando le vicissitudini (peraltro tutte diverse tra loro e dunque non accomunabili) di Letta, Conte, Draghi e Salvini. Poi l'immancabile bordata al governo e al premier.
L'attacco alla Meloni
"La Meloni è furba e ha buona memoria, ma può farci poco. Le avance renziane non basta rifiutarle: bisogna non meritarle. E lei le merita tutte, da quando ha rottamato la destra sociale, legalitaria e sovranista per metter su quella asociale che fa la guerra ai poveri, s'inchina a Biden e agli eurofalchi, regala impunità ai ladroni e alla razza cafona di nuovi ricchi e vecchi parvenu: praticamente tutti i cavalli di battaglia del berlusconismo e del renzismo (che si distinguono per numero di voti: tanti per B., nessuno per R.)", si legge nell'editoriale di Travaglio. Ma anche in questo caso l'esercizio critico non riesce a convincere troppo: sino all'altro ieri, infatti, accusavano la Meloni d'essere troppo di destra, reazionaria, nostalgica, sovranista. Ora invece le dicono di aver tradito i valori della destra sociale. Che si decidessero.
La gufata contro il governo
Nel calderone delle proprie critiche, inoltre, Travaglio ci ha messo dentro davvero tutto: anche una recente cena al Twiga alla quale, secondo quanto riportato dal Corriere, avrebbero preso parte alcuni esponenti di Italia Viva. Ma il punto politico, a nostro avviso, è in realtà un altro e riguarda il fatto che, a dispetto di quanto prospettato da sinistra, il governo non sia "isolato" e stia invece riuscendo ad avviare i propri principali progetti di riforma.
La gufata politica di Travaglio non poteva però mancare: "Chi ancora pensa che Renzi punti a FI si aggiorni: punta alla Meloni col progetto Fratelli d’Italia Viva. Lei porta i voti, lui la sfiga".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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