L'ultima carta di Renzi? La propaganda elettorale

Dopo aver detto di volere sottrarre le proposte del governo alla discussione elettorale, Renzi si fa un mega spot elettorale

L'ultima carta di Renzi? La propaganda elettorale

Hai voglia a dire che le elezioni europee non rappresentano un voto sul governo e che l'operato dell'esecutivo non deve essere usato durante la campagna elettorale. La verità è che il terreno su cui cammina Matteo Renzi è fragile e quindi è meglio la propaganda rispetto al silenzio. Ecco dunque che dopo le innumerevoli comparsate televisive, oggi il premier annuncia gongolante la conferenza stampa in cui sciorinerà le cose fatte dalla sua compagine governative. "Alle 12 conferenza stampa su questi primi 80 giorni di governo. Dieci slide con le cose fare e i cantieri aperti", ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio rivolgendo poi "un pensiero affettuoso agli amici gufi".

Insomma, è passato il tempo in cui tronfio e sicuro dichiarava che "anche per evitare di fare campagna elettorale, le riforme sono rimandate a fine mese" perché "vogliamo sottrarre le nostre proposte alla discussione elettorale, motivo per cui abbiamo accettato l’invito che la discussione assembleare al Senato si possa fare dopo il 25/5". E ancora: "È un atto che personalmente e anche politicamente un po' mi costa". Evidentemente gli è costato troppo. E così ha deciso di rimangiarsi la parola e giocarsi la carta dello spot elettorale.

Si parte dunque con la slide degli 80 euro (che "non sono un’elemosina, ma è giustizia sociale") e con la promessa che il bonus andrà anche a pensionati e partita Iva e con quella di un abbassamento delle tasse, poi con quella sui provvedimenti sul mercato del lavoro, sulla scuola (con l'annuncio di 10mila nuovi cantieri per l'edilizia scolastica), sulla cultura, sulle riforme e così via. Ho il "desiderio di rassicurarvi del fatto che in questi giorni di intensa campagna elettorale non soltanto si è continuato a lavorare in modo molto deciso e determinato ma si sono gettate le basi per un autentico cambio di prospettiva della nostra azione di governo. Chi ha pensato in questi primi ottanta giorni che i nostri fossero interventi spot deve ricredersi vedendo il filo logico dei nostri provvedimenti", ha dichiarato il premier.

Che poi ha annunciato "la presentazione on-line di tutte le spese entro il mese di giugno" e "il progetto di concretizzazione della delega fiscale entro giovedì". Un mea culpa poi sulle province: "Non si vota più per le province. Qui devo fare autocritica, non siamo riusciti a far passare il messaggio straordinario che per la prima volta non si vota più e questo vuol dire 3mila posti di politico in meno. È straodinario". Insomma, per il premier "i provvedimenti assunti fino ad ora non sono sufficienti a cambiare verso ma è difficile trovare altri governi che in 80 giorni hanno realizzato risultati così concreti e questo è per noi un elemento di stimolo".

La conferenza stampa non è andata giù al presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta. Che ha tuonato: "Renzi spudorato, è tornato quello della ruota della fortuna. Doveva fare il bilancio dei suoi primi 80 giorni, ma evidentemente non se l'è sentita, per mancanza di materia prima. Ed è tornato a fare quello per cui è più portato: slogan. Ha rilanciato sulle promesse, vaghe, superficiali e irrispettose dell'intelligenza della gente. Sull'estensione del bonus Irpef a pensionati e partite Iva, per esempio, perché Renzi non ha detto quanto costa e come

538em;">lo coprirà? E se i soldi ci sono, perché questi soggetti non erano inclusi già nel primo decreto Irpef? O, forse, è la solita, l'ennesima, boutade con cui il presidente del Consiglio vorrebbe vincere le elezioni a spese di tutti gli italiani?".

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