È durato oltre sette ore e mezza l'interrogatorio di garanzia del gip Simonetta D'Alessandro a Luigi Lusi, detenuto in custodia cautelare nel carcere di Rebibbia a Roma. Il senatore e ex tesoriere della Margherita è accusato di associazione a delinquere e appropriazione indebita per la sparizione dalle casse del partito di oltre 22 milioni di euro. I difensori, gli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono, chiederanno la prossima settimana la scarcerazione o gli arresti domicialiari per il Senatore.
Fin dall'inizio della vicenda - e ancor di più dopo che il Senato ha autorizzato l'arresto - Lusi ha minacciato di "vuotare il sacco" e raccontare le responsabilità dei dirigenti della Margherita. "Ha spiegato come funzionava il sistema", hanno spiegato oggi i legali al termine dell'interrogatorio, "Il suo è stato un interrogatorio lungo e dettagliato sul quale, per motivi di riservatezza, non possiamo aggiungere altro. Il senatore ha presentato anche documentazione propria. Adesso sarà la Procura a fare i dovuti riscontri". Tra le carte consegnate ai pm ci sarebbero anche lettere e incarichi firmati da parte di alcuni esponenti politici.
In ogni caso, secondo i legali, Lusi non avrebbe fatto nomi, ma avrebbe detto che "tutti gli investimenti immobiliari che ho fatto dal 2007 in poi li ho fatti per conto della corrente rutelliana e in virtù di un patto fiduciario con tale corrente per fare rientrare i soldi in questa maniera".
Durante l'interrogatorio, il senatore ha descritto tutta la sua attività di tesoriere, Dal dal 2001 al 2007 il controllo sui bilanci del partito è stato "regolare e rigoroso e riguardava una verifica accurata di tutte le entrate e le uscite". Dal 2007 (anno in cui la Margherita si è sciolta) il suo controllo sui bilanci era "meno accurato: è stato solo un controllo formale e non riguardava le entrate e le uscite".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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