A sinistra non sono convinti: vogliono le prove. Anzi, le sentenze. Ancora oggi tra i progressisti c'è chi fatica a riconoscere i sanguinari crimini di cui si macchiò il maresciallo Tito. Sembra assurdo, ma è così. La proposta di Fratelli d'Italia di revocare post mortem la carica di Cavaliere di gran croce dell'Ordine conferita in passato al dittatore jugoslavo ha infatti incredibilmente incontrato resistenze a sinistra, dove un provvedimento quantomai condivisibile è diventato il pretesto per l'ennesima e strumentale contesa politica.
Interpellato dall'Huffington Post sulla proposta del partito meloniano, il deputato di Sinistra-Verdi Filiberto Zaratti ha infatti manifestato il proprio disappunto. E non è stato il solo a farlo. "C'è bisogno di prove e allo stato non esiste una condanna delle corti internazionali a carico di Tito", ha affermato il parlamentare, dimenticando forse che i responsabili dei massacri delle foibe furono proprio i sostenitori del dittatore jugoslavo, il quale peraltro non si limitò ad avallare quello sterminio e si rese responsabile di altrettanti massacri e di violenze legate al consolidamento del potere titino. "Allora che facciamo con Mussolini? Più crimini contro l'umanità di lui che ha mandato la gente nei lager...", ha rintuzzato Zaratti, con un'argomentazione non certo sufficiente a rendere comprensibili le sue posizioni.
E infatti da Fratelli d'Italia non si sono fatte attendere repliche indignate e stupefatte. "È paradossale la polemica mossa da esponenti di Verdi-Sinistra sulla proposta di legge a firma dei colleghi Rizzetto-Rampelli per la revoca del titolo di Cavaliere di gran croce dell'ordine al merito della Repubblica italiana a Tito. Perché, se da una parte si riconosce il dramma delle Foibe, dall'altra invece evidentemente c'è chi disconosce l'orrore commesso da chi ordinò lo sterminio degli italiani in Istria e Dalmazia, vera e propria pulizia etnica", ha osservato la vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Augusta Montaruli. E ancora: "Siamo tutti consapevoli che Tito si macchiò di terribili crimini contro l'umanità dopo la seconda guerra mondiale e appare sconcertante che vengono chieste prove della sua colpevolezza. Consigliamo all'esponente di Verdi-Sinistra Zaratti, prima di parlare a vanvera, di ristudiare la storia e non essere negazionista".
Dal partito meloniano sono però arrivate critiche anche ad altri esponenti di sinistra che avevano espresso contrarietà alla revoca dell'onoreficenza di cui il dittatore jugoslavo risulta ancora oggi insignito. "Le parole della sinistra su Tito, pronunciate oggi in commissione Affari Costituzionali, sono vergognose. Per Cuperlo, infatti, le vicende legate all'esodo istriano-dalmata e alle foibe sarebbero conseguenza di altri fatti precedenti e occorre dunque una rielaborazione critica delle vicende del Novecento", ha affermato ad esempio Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d'Italia e vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali alla Camera. "Come se non bastasse - ha continuato il politico - per il grillino Colucci la revoca dell'onorificenza di cavaliere di gran croce della Repubblica italiana al dittatore comunista non sarebbe prioritaria...".
Da qui, l'accusa agli esponenti della sinistra di non aver ancora fatto "i conti con la storia" e la richiesta di loro scuse per le "vili parole che offendono la memoria storica dell'intera Nazione, oltre che di quella degli italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia". Tito - ha concluso De Corato - "è stato un sanguinario dittatore, ha sulla coscienza migliaia e migliaia di morti infoibati e fucilati. Consentire che un simile criminale abbia un'onorificenza così importante è ignobile: grazie a Fratelli d'Italia e al centrodestra verrà presto votato un provvedimento che renderà giustizia a tutte le vittime di questo dittatore".
Intanto il deputato di Verdi-Sinistra Zaratti non sembra in alcun modo intenzionato a rivedere le proprie posizioni. "Dico semplicemente che ciò che fa testo per parlare di crimini contro l'umanità sono le sentenze della Corte di giustizia europea, e Tito non ha mai ricevuto una condanna di questo genere", ha ribadito all'Adnkronos, riproponendo un'argomentazione "tribunalizia" che grida vendetta e non convince per nulla. Invitato peraltro a dire se, secondo lui, Tito fosse un criminale, il deputato ha risposto: "Non sono un giudice della Corte di giustizia europea, non lo so. Sono disponibile ad affrontare la discussione su Tito e su altri personaggi, ma partiamo dalle sentenze".
Chissà, vista l'impossibilità di celebrare processi postumi, non
vorremmo che qualcuno arrivasse addirittura a mettere in dubbio certe pagine buie della storia. Di quel passo, non ci stupiremmo nemmeno se il dittatore Tito venisse fatto passare da taluni come un compagno che "sbagliava".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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