Il testo blindato, il passaggio al Senato e l'approvazione: i giorni-chiave per la manovra

La manovra ai giorni decisivi: vediamo le misure più importanti e l'iter che l'aspetta in Senato: già domani potrebbe arrivare la richiesta di fiducia del centrodestra

Il testo blindato, il passaggio al Senato e l'approvazione: i giorni-chiave per la manovra

Gli ultimi cinque giorni dell'anno saranno decisivi per la prima manovra finanziaria del governo Meloni. La Legge di Bilancio passerà domani al Senato per la lettura nella camera alta del Parlamento: sarà corsa contro il tempo, come succede ogni anno, per evitare l'esercizio provvisorio per un'eventuale mancata approvazione entro il 31 dicembre.

La maggioranza prevede di accelerare il passaggio a Palazzo Madama della manovra puntando sul fatto che, sul piano politico, il testo arriverà blindato in Senato. Non ci sarà più spazio per ulteriori emendamenti e modifiche dopo la negoziazione continua avvenuta in sede di Commissione Bilancio di Montecitorio. Dunque, materialmente la Legge di Bilancio è chiusa: il tema è piuttosto quello dei tempi e dei passaggi politici decisivi per concludere l'apporvazione del testo.

L'iter della manovra in Senato

Il calendario del Senato per l'analisi della manovra pevede tempi compressi e il rilancio della tradizionale prassi del superamento del dibattito sul testo con la richiesta di fiducia da parte del centrodestra di governo.

Per domani, martedì 27 dicembre, alle 13 sul calendario del Senato è indicato il primo atto formale di Palazzo Madama: la riunione della tradizionale conferenza dei capigruppo che detterà i tempi all'aula.

Un'ora dopo avrà inizio la seduta presieduta dal presidente Ignazio La Russa. Si prevede che il Ministro dei Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, esponente di Fratelli d'Italia, intervenga comunicando che Giorgia Meloni ha richiesto la fiducia sul testo. Dunque ciò permetterà di superare ogni emendamento, discussione e dibattito in aula. La convocazione del Senato per la fiducia effettiva non può avvenire oltre le ventiquattro ore successive: è possibile che la seduta del Senato indicata per ora a mercoledì 28 dicembre alle ore 9.30 sia quella decisiva in cui la maggioranza punterà a far passare il testo con la fiducia.

In alternativa, una nuova seduta è convocata per giovedì 29, sempre alle 9.30. Dunque, al più tardi, è previsto che Ciriani chieda per il governo Meloni la fiducia nella data del 28, per quanto l'ipotesi del 27 sia la più probabile.

Il giorno successivo alla concessione della fiducia la manovra sarà sulla scrivania del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la firma e per evitare il temuto esercizio provvisorio, avvenuto ben trentatré volte dal 1948 al 1988.

Le opposizioni, con il Movimento Cinque Stelle in testa, potrebbero provare a rallentare i tempi con l'ostruzionismo d'aula. La richiesta di fiducia servirà proprio a bypassare questo rischio. Il testo è già stato blindato sulla scia dei rilievi segnalati, dopo l'approvazione del testo, da parte della Ragioneria Generale dello Stato e della Commissione Europea. Ci si aspetta dunque che il testo che giungerà sulla scrivania di Mattarella sarà "pulito", corrispondendo a quello definitivo.

I provvedimenti della manovra

La manovra di bilancio 2023 del governo Meloni stanzerà, come previsto nel testo inizialmente licenziato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze di Giancarlo Giorgetti, 21 miliardi su 35 in misure contro il caro-bollette. Lo sconto in bolletta per le famiglie in condizioni di disagio fisico e economico sarà confermato e per il primo trimestre è prevista un'ulteriore estensione a 15 mila euro della soglia dell'Isee massimale per ottenere il sostegno pubblico. Tale soglia sale a 20mila euro per le famiglie con almeno quattro figli a carico. La tassa al 50% sugli extraprofitti 2022 servirà a finanziar una misura che sarà aperta anche ai percettori di pensioni minime e reddito di cittadinanza.

Sul fronte sociale, confermata la stretta sul reddito di cittadinanza, che dal 2024 varrà esclusivamente per invalidi e persone in piena difficoltà economica; l'assegno unico salirà invece da 100 a 150 euro al mese per le famiglie con almeno quattro figli. Sale dal 30 all'80% l'indennità per il congedo parentale di paternità fino al sesto mese di nascita di ogni figlio. Inoltre, la manovra prevede l'introduzione di una "Carta risparmio spesa" del valore complessivo di 500 milioni di euro che servirà per finanziare piani di spesa gestiti dai Comuni per aiutare con le spese di prima necessità le famiglie con i redditi bassi (fino a 15mila euro).

Per l'acquisto di mobili ma anche di grandi eletrodomestici green in caso di interventi di ristrutturazione della casa si può chiedere una detrazione del 50% delle spese con una base imponibile che sale dai 5mila a 8mila euro. Si alza anche il tetto al contante, da 1.000 a 5mila euro. Sì al mantenimento delle misure straordinarie per favorire i mutui degli under 35.

Sul fronte fiscale, sarà mantenuto l'esonero contributivo del 2% per redditi fino a 35mila euro. Il taglio sale al 3% per redditi più bassi, fino a 25mila. Saranno tassati al 5% i premi di produttività fino a 3mila euro. Per autonomi e partite Iva la tassa piatta è estesa ai redditi fino a 85mila euro e arriva una flat tax incrementale al 15% con una franchigia del 5% e un tetto massimo di 40mila euro.

Qieste le misure principali di una manovra che, con tutte le difficoltà del rodaggio del nuovo governo, è giunta al giro di boa

definitivo. E nella corsa finale contro il tempo non conoscerà, sostanzialmente, alcuna modifica. Pronta a evitare l'esercizio provvisorio in zona Cesarini, come del resto è prassi da almeno un decennio con ogni legge di bilancio.

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