C'è qualcosa che proprio non torna nelle parole del premier Enrico Letta. Il continuo ripetere che la legge di Stabilità non aumenta le tasse, anzi le ritocca al tibasso sta assumendo i contorni della farsa. Perché, conti alla mano, appare sempre più ovvio che quella che sta per piombare addosso agli italiani è una vera e propria stangata, in certi casi ben peggiore da quella messa a segno dall'ex preisdente del Consiglio Mario Monti. Dopo i dati della Ragioneria genarale del ministero dell'Economia, che domenica scorsa aveva calcolato un maggiore aggravio per i contribuenti di almeno 433 milioni di euro, a certificare il salasso della Tasi oggi è stato il Sole 24Ore che andato a calcolare l'importo esatto per ogni singola tipologia di abitazione. Ebbene? Nel 2014 gli italiani dovranno sborsare un'imposta più leggera solo per le abitazioni principali di valore medio alto, a patto però che non abbiano figli conviventi perché l'esecutivo ha cancellato le detrazioni. E tutti gli altri? Avranno poco da sorridere.
Ma andiamo con ordine. Lo studio del quotidiano della Confindustria, che giusto ieri si augurava che la legge di Stabilità non venga toccata dal parlamento, ci mette subito in guardia. La stangata prevista è al ribasso. La Tasi è stata calcolata sull'aliquota "standars" all'uno per mille. Aliquota che potrà essere ritoccata dai Comuni alzandone il tetto fino a un massimo del 2,5 per mille per le abitazioni principali e dell'11,6 per mille per gli altri immobili. In questo modo il bottino passerebbe da 3,7 miliardi a 9 miliardi di euro che andranno poi ad aggiungersi ai 17,6 miliardi di euro dell'Imu sugli altri immobili (sempre a un'aliquota di base) e alla tassa dei rifiuti. Quello che colpisce è il sistema regressivo con cui è stata concepita l'imposta per finanziare "servizi indivisibili dei Comuni". L'addio alle detrazioni, per esempio, è un durissimo colpo alle famiglie numerose che nel 2012 avevano potuto contare sullo sconto di 50 euro a figlio (per un massimo di 200 euro). Non solo. Oltre alla Tasi gli italiani saranno chiamati a pagare anche la Tares, l'imposta statale da 30 centesimi al metroquadro che dovrà essere saldata entro dicembre.
Per quanto riguarda l'abitazione principale, i rincari sul 2014 sono a 360°. Secondo i calcoli del Sole 24Ore, i proprietari di un monolocale da 30 metriquadri e dal valore catastale di 30mila euro passano da una spesa di 90 euro nel 2012, determinata dal solo pagamento della Tarsu, ai 118 euro nel 2013 (109 di Tares e 9 di maggiorazione) per arrivare ai 139 nel 2014 (109 di Tari e 30 di Tasi). Non va meglio a chi possiede un bilocale di 60 metriquadri e dal valore di 60mila euro: dai 220 euro pagati l'anno scorso (40 di Imu e 180 di Tarsu) è passato ai 220 saldati quest'anno (202 di Tares e 18 di maggiorazione) per arrivare nel 2014 a 262 euro (202 di tari e 60 di Tasi). Stangata maggiore sui trilocali di 100 metriquadri e dal valore catastale di 100mila euro. In questo caso i proprietari, che nel 2012 avevano pagato 450 euro (150 di Imu e 300 di Tarsu) e nel 2013 345 euro (315 di tares e 30 di maggiorazione), l'anno prossimo dovranno versare 415 euro (315 di Tari e 100 di Tasi). E questo prospetto vale solo per le prime case sulle quali, grazie al Pdl, non grava più l'Imu. Per quanto riguarda le seconde case il salasso è ancora più marcato. I proprietari di un monolocale sfitto passano dai 318 euro nel 2012 (228 di Imu e 90 di tarsu) ai 346 euro nel 2013 (228 di Imu, 109 di Tares e 9 di maggiorazione) per arrivare a 414 euro nel 2014 (228 di Imu, 109 di tari, 30 di tasi e 47 di Irpef). Nel caso del bilocale sfitto, invece, il passa 8in un crescendo di aggravi) da 636 euro pagati nel 2012 (456 di Imu e 180 di Tarsu) ai 676 nel 2013 (456 di Imu, 202 di tares e 18 di maggiorazione) per arrivare a 812 nel 2014 (456 di Imu, 202 di Tari, 60 di Tasi e 94 di Irpef). Infine il trilocale sfitto che dai 1060 euro sborsati l'anno scorso (760 di Imu e 300 di Tarsu) quest'anno è arrivato a pagare 1105 euro (760 di Imu, 315 di tares e 30 di maggiorazione). Quest'anno il conto sarà ancora più salato: 1333 euro. Così composti: 760 di Imu, 315 di tari, 100 di tasi e 158 di Irpef.
Sebbene più volte il ministro allo Sviluppo economico Flavio Zanonato si sia sbracciato in difesa delle priccole imprese e degli artigiani, la stangata sul mattone non "salva" nemmeno queste categorie che, a conti fatti, sono la spina dorsale del sistema Italia. Anche in questo caso il Sole 24Ore ci dà un quadro molto chiaro di quanto la manovra peserà sulle tasche degli imprenditori italiani. Al di là della metratura e del valore catastale, è una sfilza di segni più. Uno dopo l'altro. Se i negozi più piccoli (50 metriquadri), passano dai 1818 euro pagati nel 2012 (988 di Imu e 830 di Tarsu) ai 2174 previsti per il 2014 (988 di Imu, 1056 di Tari e 130 di Tasi), quelli da 100 metriquadri vedono il conto passare da 3636 euro (1976 di Imu e 1660 di Tarsu) a 4347 (1976 di Imu, 2111 di Tari e 260 di Tasi). Per non parlare dei negozi più grandi (150 metriquadri) che dai 5454 euro pagati nel 2012 (2964 di Imu e 2490 di Tarsu) passeranno a 6521 euro da saldare l'anno prossimo (2964 di Imu, 3167 di Tari e 390 di Tasi). Stesso discorso per gli immobili di impresa che registrano rincari a due e tre cifre. Per i laboratori artigiani da 50 metriquadri sarà richiesto un esborso maggiore di 96 euro (1077 di Imu, 800 di Tari e 150 di Tasi).
I capannoni da 2300 metriquadri subiranno, invece, una maggiorazione di 235 euro (1867 di Imu, 4500 di Tari e 580 di Tasi). Infine, i capannoni di 4mila metriquadri l'aggravio sarà di 400 euro (7182 di Imu, 8740 di Tari e mille di Tasi).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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