Quando li scelse come braccia armate della sua rivoluzione, uno dei suoi avvertì Maroni: «Salvini e Tosi ti faranno fuori». Magari non andrà così, ma intanto ieri qualcosa è sfuggito al nuovo capo della Lega. Il sindaco di Verona e segretario della Liga veneta ha commissariato il segretario provinciale di Padova Roberto Marcato, meglio noto come il «colonello bossiano in Veneto». Reo, dice il commissariato, di aver detto al Gazzettino di Padova che «ogni decisione sulla location della festa dei popoli padani andava assunta da Maroni e non da Tosi». «Non voglio credere si tratti di un'epurazione, se fosse così verrebbero minate le basi stesse del partito - dice Marcato -. Ma francamente stento a capire cosa sia successo». In via Bellerio non hanno gradito: «Flavio è così forte che in Veneto a volte fa intemerate non sempre ben accette da Bobo» dicono i maroniani.
Il fatto è che non era il momento. Perché invece, Maroni sta cercando di ricucire con l'ala bossiana, in nome di una pax interna indispensabile in vista delle elezioni. Tanto da aver deciso di spostare la festa che tradizionalmente si teneva a Venezia, a Cittadella, il fortino di Massimo Bitonci, sfidante bossiano proprio di Tosi al congresso della Liga. E tanto da aver dato il placet a Mario Borghezio e ai suoi indipendentisti per una due giorni sul Monviso, il 15-16 settembre. Non il vecchio rito dell'ampolla a Pian del Re, che a Bobo ha sempre dato l'orticaria. Ma una fiaccolata serale a Pian della Regina, seguita il giorno dopo da un dibattito sull'autodeterminazione dei popoli con nomi eccellenti dei movimenti indipendentisti europei, dai baschi in su. Un modo per «coprire» la parte etnica e identitaria del partito dopo essersi intestato quella socio-economica, dalla critica al governo alle strategie per cucire una grande area politica sotto il cappello del «Grande Nord».
Non a caso, a moderare sarà un giornalista maroniano doc come Gianluca Savoini, il direttore dell'ufficio stampa in Regione Lombardia, che per anni seguì Bossi sulle pagine della Padania e che con Maroni collaborò già al ministero del Welfare. È lui a spiegare come lassù sul Monviso la vecchia e la nuova Lega si salderanno: «Se persino il Financial Times e il Wall Street Journal hanno segnato nella mappa della nuova Europa forte la macroregione del Nord Italia, significa che la storia ci sta dando ragione: siamo al livello della Germania e non meritiamo di fare la fine della Grecia».
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