L'euro e l'Europa annaspano, la speculazione è tornata ad aggredire i titoli di Stato, gli aiuti alle banche spagnole non sono riusciti a infondere coraggio ai mercati del Vecchio Continente, l'effetto contagio rischia di infettare anche la nostra economia. E il Partito democratico cosa fa? Si azzuffa sulle coppie di fatto.
Sabato scorso, in occasione del Gay pride di Bologna, il leader del Pd Pierluigi Bersani aveva messo nero su bianco l'agenda delle riforme che la sinistra poterà in parlamento nei prossimi mesi: dalle unioni civili al divorzio breve, dal diritto di cittadinanza ai figli degli immigrati al testamento biologico. Un passo avanti che da un parte ha subito minato gli equilibri (già di per sé fragili) con i partiti (Pdl e Udc) insieme ai quali il Pd sostiene il governo Monti, dall'altra ha generato malumori anche in via del Nazareno. Se infatti il governatore pugliese Nichi Vendola ha subito salutato con entusiasmo le proposte di Bersani ("Ora però il Pd faccia la battaglia in Parlamento"), non sono stati pochi i democrat che hanno accolto il passo in avanti del propio leader in modo freddo. Lo scontro è in atto.
I Liberal del Pd hanno subito dato pieno sostegno a Bersani e hanno proposto che il Pd spinga per "la immediata calendarizzazione dei ddl sulle unioni civili fermi in parlamento". Ignazio Marino è già al lavoro per scrivere il disegno di legge in materia: entro otto giorni depositerà, infatti, un ddl a Palazzo Madama per la piena parita di diritti. "Sarà un disegno di legge - ha spiegato - che di fatto riprende il modello delle civil partnership inglesi". L'accelerata sulle unioni civili non è affatto piaciuta all'ala cattolica dei democratici. L'ex ministro Beppe Fioroni è pronto a candidarsi alle primarie se Bersani dovesse fare della legge sulle coppie di fatto una delle priorità programmatiche del Pd. "Non si tratta solo di scegliere il leader, ma di fissare programmi e contenuti - ha fatto presente - se Bersani dovesse dimenticare le priorità, sarei costretto a riflettere e, magari, a muovermi". D'altra parte anche il quotidiano dei vescovi, Avvenire, ha bocciato senza appello la netta posizione assunta dal segretario del Pd.
La spaccatura è forte. E rischia di minare la stabilità del parlamento. In un momento di forte crisi economica le Camere dovrebbero lavorare per favorire lo sviluppo, tagliare gli sprechi e ammodernare l'impalcatura istituzionale del Paese. Bersani ha buttato nel mucchio anche i temi etici per rinsaldare, in vista delle imminenti elezioni politiche, l'asse con la sinistra radicale.
Una mossa che ha infastidito anche il leader dell'Idv Antonio Di Pietro che da mesi va chiedendo a Bersani di stendere insieme il programma di coalizione. I temi in agenda dovrebbero essere diversi. Ma tant'è. Forse, Bersani ha voluto sparare nel mucchio proprio per far saltare il tavolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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