I cardinali si riuniscono per scegliere il nuovo Papa

Messa in latino celebrata dal cardinale Sodano. Da oggi i cardinali iniziano a votare. Ecco chi sono i favoriti

I cardinali si riuniscono per scegliere il nuovo Papa

Da tutto il mondo occhi puntati sul Vaticano, che da oggi vede riuniti i 115 cardinali chiamati ad eleggere il nuovo pontefice. Alle 16.30 i porporati elettori entrano in processione nella Cappella Sistina, e dall’extra omnes in poi sono tagliati fuori dal mondo. A quel punto tutti aspetteranno i segnali di fumo.

Poco prima delle 10 nella Basilica di San Pietro è iniziata la messa pro eligendo Pontifice, celebrata dal cardinale decano Angelo Sodano. Concelebrano tutti i cardinali, elettori e non elettori. La messa è in latino ma alcune parti sono pronunciate in altre lingue: la prima lettura in inglese, il salmo in italiano, la seconda lettura in spagnolo. Il Vangelo è cantato e pronunciato in latino. Preghiere in francese, swahili (lingua di molti Stati africani), portoghese, malayalam (lingua parlata in India, principalmente nel Kerala) e tedesco. Tutte le navate della Basilica sono gremite. Ai primi posti intorno all’altare, dopo i cardinali, ci sono vescovi e arcivescovi. Seguono gli altri ecclesiastici, sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose.

Il cardinale Sodano celebrando la messa ha ringraziato Dio "per l'amorosa assistenza che sempre riseva alla sua Chiesa e in particolare - ha detto - per il luminoso pontificato che ci ha concesso con la vita e le opere dell’amato e venerato Benedetto XVI, al quale in questo momento - ha detto - rinnoviamo tutta la nostra gratitudine".

In Conclave entra favorito Angelo Scola. Se mercoledì dal comignolo uscirà una fumata bianca, probabilmente il Papa sarà lui. Un passato in Comunione e liberazione, marcata anche da una rottura con il fondatore don Giussani nei lontani anni Settanta, e un presente da arcivescovo di Milano, Scola è vicino a Joseph Ratzinger, con cui ha condiviso la linea teologica nella rivista "Communio". Con Scola ci sono diversi europei (il francese Vint-Trois, lo spagnolo Rouco Varela, l'olandese Eijk, il croato Bozanic), qualche italiano (Carlo Caffarra in particolare), e forse qualche voce mediorientale.

Molti forti anche il canadese Marc Ouellet (che non voterebbe Scola) e l’ungherese Peter Erdo (presidente del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa), capaci, entrambi, di attrarre diversi voti curiali. In evidenza anche il cardinale austriaco Christoph Schoenborn, allievo di Ratzinger, campione anti-pedofilia, emerso in passato per uno scontro sia con Bertone che con Sodano. Anche se in molti considerano difficile che dopo un tedesco arrivi un pontefice austriaco, Schoenborn potrebbe attrarre i voti dei cardinali più critici nei confronti della Curia romana (America e Germania in primis).

Il Conclave inizia con ottime chanche per il brasiliano Pedro Odilo Scherer, arcivescovo di una città immensa come San Paolo e, in passato stimato funzionario della congregazione vaticana dei Vescovi. Di origini tedesche, sarebbe
il primo Papa sudamericano. Ha il sostegno del cardinale decano Angelo Sodano e di vari nunzi
apostolici, ma il perimetro dei suoi voti è più ampio di quello curiale.

Gli undici cardinali americani sono arrivati a Roma molto determinati, guidati dall'arcivescovo di New York Timothy Michael Dolan.

Ma potrebbero lavorare per cercare di far convergere voti su Donald Wuerl (Washington) o, più probabilmente, il cappuccino di Boston Sean O'Malley, molto apprezzato da diverse anime del cattolicesimo associativo e stimato - con il suo fluente spagnolo e gli ottimi rapporti con gli ispanici - da diversi cardinali sudamericani. In alternativa gli americani potrebbero convogliare i propri voti su un sudamericano o un canadese.

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