Brutta notizia per l'europarlamentare Mimmo Lucano (Alleanza Verdi e Sinistra), simbolo dell'accoglienza quando era sindaco di Riace (Reggio Calabria). Secondo la Corte dei Conti avrebbe causato allo Stato un danno erariale pari a circa 780 mila euro. Coinvolte, insieme a lui, altre ventisei persone, tra amministratori pubblici, funzionari e soci di cooperative. Il danno cagionato ai conti pubblici, ciomplessivamente superiore a 4 milioni di euro, sarebbe avvenuto nella gestione dei centri di accoglienza calabresi nel periodo compreso tra aprile 2011 e dicembre 2012.
Tutto è nato dalle indagini svolte dalla Guardia di Finanza dopo una segnalazione sul centro di accoglienza di Amantea (Cosenza), relativa a finanziamenti di fondi pubblici erogati a soggetti che non ne avrebbero avuto titolo. Figura chiave, per gli inquirenti, sarebbe stato Salvatore Mazzeo, già della Protezione civile della regione Calabria, a cui era stata delegata la gestione dell’emergenza profughi. Coinvolti nell'inchiesta anche 14 amministratori pubblici, tra cui sindaci e assessori dei comuni di Riace, Caulonia e Acquaformosa, oltre ai legali rappresentanti di cooperative con sede nelle province di Cosenza, Crotone, Catanzaro e Reggio Calabria.
Ma torniamo a Lucano, quali sarebbero le sue responsabilità secondo i magistrati contabili? L'aver affidato la gestione dell'accoglienza ad alcuni operatori esterni (vista l’emergenza) spendendo cifre troppo alte e senza una gara. Dai 35 euro al giorno previsti per ciascun migrante, infatti si era poi saliti a 46 euro fino addirittura a 80 euro al giorno con la "scusa" dell'emergenza e dell’affidamento della gestione a soggetti privati.
Non sono stati ipotizzati arricchimenti personali, ma secondo i giudici contabili sarebbe emersa la precisa volontà di arricchire indebitamente alcuni soggetti privati che, tra l'altro, non avrebbero avuto esperienze specifiche. In particolare operatori esterni che avrebbero percepito "compensi e remunerazioni non dovuti ed esorbitanti rispetto ai servizi offerti e alle condizioni previste nei diversi provvedimenti emanati per regolamentare la materia".
Queste cifre, secondo gli inquirenti, sarebbero state accordate con un accordo tacito e illegale tra soggetto attuatore e contraenti: "L’emergenza migranti in Calabria era stata oggetto di un accordo illecito tra Mazzeo e i rappresentanti dei soggetti privati o pubblici che – senza effettuare una gara anche informale e senza avere i requisiti a garantire le prestazioni stabilite nei provvedimenti emergenziali – avevano ottenuto l’affidamento del servizio di assistenza ed avevano percepito compensi e remunerazioni non dovuti ed esorbitanti rispetto ai servizi offerti e alle condizioni previste nei diversi provvedimenti emanati per regolamentare la materia".
Mimmo Lucano ha reagito con sdegno alla notizia della condanna, parlando di "denigrazione" (nei suoi confronti) "per trasmettere un messaggio diverso da quello che è in
realtà accaduto. All’epoca da sindaco ho contestato le pratiche dello Sprar, perché non avevano i presupposti per un’effettiva integrazione". Lucano ha già fatto sapere che contro la sentenza presenterà ricorso in Cassazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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