Quando si apprestava a varare la riforma del lavoro, il ministro Elsa Fornero aveva avvisato: "C'è il rischio di spingere in "nero" alcune occupazioni". Era il maggio scorso, ma il titolare del dicastero del Welfare non si era resa conto di averlo in caso, il lavoro nero.
Precisamente nell'Isfol, l'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, ente nazionale di ricerca sottoposto alla vigilanza dello stesso ministero della Fornero. L’Istituto opera nel campo della formazione, del lavoro e delle politiche sociali, al fine di contribuire alla crescita dell'occupazione, al miglioramento delle risorse umane, all’inclusione sociale e allo sviluppo locale e promuovendo attività di studio, ricerca, sperimentazione.
È successo che l'Isfol "ha utilizzato gli ex collaboratori come veri e propri lavoratori dipendenti. I contratti utilizzati da questo Istituto (contratti di collaborazione coordinata e continuativa) sono risultati essere non genuini in quanto hanno celato veri e propri rapporti di lavoro subordinato”, almeno stando alle conclusioni degli Ispettori del Lavoro pervenute al termine dell’indagine compiuta nell'istituto.
"È il caso più emblematico e contraddittorio della lotta alla precarietà condotta dal Ministro Fornero, un evidente caso di "cattiva flessibilità", per dirla con le parole del Ministro stesso, di cui sono stati vittime ben oltre 200 lavoratori precari. Da tempo il personale ISFOL è in attesa di una soluzione politica da parte del nostro Ministero vigilante.
Oggi i lavoratori e le lavoratrici dell'ente di ricerca presenteranno un verbale infuocato nell’assemblea indetta alla Sala Auditorium dell’Isfol. Un verbale con il quale la Fornero dovrà fare i conti.
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