Traballa un altro ministro. Questa volta trattasi di Flavio Zanonato. Il pomo della discordia è la crisi del colosso svedese Electrolux che annovera quattro fabbriche sul territorio italiano. Già nell'ottobre scorso, il presidente dell'azienda, Keit Mc Louglin, aveva deciso di aprire una procedura di investigazione per valutare i parametri legati alla produttività e alla competitività degli stabilimenti di Porcia (Pordenone), Susegana (Treviso), Solaro Milanese e Forlì. Complessivamente in tutti i siti lavorano circa 4.500 persone e a rischiare il posto sarebbero circa in duemila. Lo stabilimento di Porcia potrebbe chiudere definitivamente, così come una parte di quello di Milano e quello di Susegana. Sulla gestione di questa crisi, il ministro per lo Sviluppo Economico è finito sotto accusa, in particolare dopo le dichiarazioni rilasciate oggi alla stampa, in base alle quali "i problemi e le difficoltà del gruppo svedese riguardano solo lo stabilimento di Porcia e non quello di Susegana".
A puntare il dito contro di lui ci ha pensato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani: "Zanonato ha dimostrato di non avere l’equilibrio necessario per ricoprire il suo delicato incarico: dovrebbe dimettersi. Come presidente di Regione devo esprimere un vivissimo rammarico per la condotta tenuta dal ministro Zanonato, che ha preferito saltare tutti i livelli di mediazione, inclusi quelli istituzionali, credendo di risolvere la crisi buttando a mare lo stabilimento di Porcia. Per noi è inaccettabile il metodo e soprattutto il merito. Ricordo che il 26 novembre in prefettura a Trieste, alla mia presenza, il ministro Zanonato ha assicurato ai lavoratori di Electrolux che sarebbe andato in visita a Porcia: siccome lo stanno ancora aspettando, ci vada lui ora a dirgli che solo loro devono chiudere".
Anche la Cgil ha tuonato contro il ministro. "Zanonato, per l’alto ruolo che ricopre, è tenuto a sapere, intervenire e fare sulle crisi più rilevanti che colpiscono imprese industriali. Pertanto è assurda l’affermazione nella quale sostiene che nessuno ha chiesto lui di intervenire sul caso Electrolux. Anche fosse, ma non è così, è comunque tenuto ad agire stante l’importanza della multinazionale sul piano industriale e occupazionale per il Paese e in relazione alle intenzioni annunciate ufficialmente di lasciare l’Italia. L’atteggiamento se non è dettato da inettitudine rasenta il boicotaggio", ha affermato in una nota Augustin Breda, dirigente Cgil e Coordinatore area lavoro e società Fiom nazionale.
Infatti, il ministro si è in parte difeso sostenendo che "né il sindacato né Electrolux hanno mai chiesto un tavolo di trattativa sulla vertenza che riguarda gli stabilimenti della multinazionale. Il sindacato e la parte imprenditoriale padronale non ci ha chiesto un incontro, io non ho mai ricevuto richieste di tavoli da parte delle parti sociali". Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha più volte attaccato il titolare del dicastero dello Sviluppo Economico: "Su Electrolux i veneti vogliono fatti, il dato concreto è che ci sono 1.600 lavoratori che perdono il lavoro e non sono di serie B, valgono come quelli di Ilva, Fiat e Alitalia. È un problema perché sono in Veneto, periferia dell’impero? Ne prendiamo atto. Se lo avessi chiesto solo io l’incontro a Roma con il ministro Zanonato avrei potuto capire, magari era un fatto di antipatia. Ma lo hanno chiesto insieme a me i presidenti Serracchiani, Maroni ed Errani: i quattro governatori. Un incontro che a tre mesi dalla richiesta ancora non c’è stato".
La risposta di Zanonato non si è fatta attendere: "La mia nota a Zaia dice il contrario di quanto ha inteso la Serracchiani. Mi concentro su Porcia, le polemiche sono dannose". E poi ancora: "Mentre il presidente Zaia si attarda in sterili polemiche, il ministero dello Sviluppo economico si è incontrato con la dirigenza italiana del gruppo, ha discusso e sta lavorando a soluzioni industrialmente valide per il gruppo Electrolux. Zaia invece, al di là di chiedere incontri, finora non ha presentato alcuna proposta concreta. I problemi e le difficoltà riguardano solo lo stabilimento di Porcia in Friuli e non quello di Conegliano in Veneto. Da parte del Governatore Zaia continua una polemica stucchevole e strumentale.
L'incontro chiesto dai quattro presidenti di Regione di cui parla Zaia si è svolto il 12 novembre, mentre per quanto riguarda l’apertura di un tavolo negoziale questo non può essere chiesto da lui ma dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dalla proprietà che si incontreranno il 27 gennaio". Basterà questo per salvare il destino dei lavoratori a rischio e la poltrona?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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