Nei giorni scorsi Silvio Berlusconi è stato chiaro nel tracciare i confini dello scontro elettorale: da una parte l'asse rinnovato tra Pdl e Lega Nord, dall'altra il Pd di Pierluigi Bersani zavorrato dalla sinistra radicale di Nichi Vendola. Una scelta di campo netta che potrebbe essere minata dall'operazione centrista messa in atto da Mario Monti. Pur criticando apertamente la linea economica della sinistra, il premier dimissionario rischia, infatti, di favorire il leader piddì spacchettando il fronte moderato.
Il primo a voltare le spalle al progetto, proposto a dicembre da Berlusconi, di federare il centrodestra in un'unica coalizione è stato Pier Ferdinando Casini. "Non siamo di centro", si è subito affrettato ad assicurare Monti smentendo la nascita di un nuovo partito che si richiamasse alla vecchia Democrazia cristiana. Tuttavia, le liste che sostengono l'agenda Monti si posizionano proprio lì: cuscinetto tra Berlusconi e Bersani, col rischio appunto di favorire quest'ultimo disperdendo i voti dei moderati. "Una parte della sinistra pone molta attenzione, in teoria, all’aspetto delle uguaglianze ma spesso soffoca i meccanismi di crescita", ha spiegato chiaramente anche questa sera il Professore in una video intervista a TgCom24. Che il Professore sia in piena campagna elettorale lo dimostra il fatto che, da alcuni giorni a questa parte, vada in giro a promettere una riduzione di quella pressione fiscale che il suo governo ha contribuito ad aumentare pesantemente. "Sono stato costretto ad aumentare le tasse perché sono salito su un treno che stava deragliando verso il precipizio. Ora siamo in una condizione migliore, di poter guardare ad una prospettiva di riduzione delle tasse", ha annunciato Monti spiegando che occorre ridurre "gradualmente" la pressione fiscale che, nel 2012, è lievitata al 53,9%. Una cifra record che ha pesantemente azzoppato la crescita del sistema Italia.
Secondo copione, quindi, Monti scarica le colpe accusando "alcuni irresponsabili" di aver portato il Paese ad una situazione grave". "Ora il Paese è salvo - ha osservato il premier dimissionario - per ridurre di parecchio le tasse occorre ridurre la spesa pubblica, tagliando strutture inutili". Insomma, secondo Monti, sarebbe necessaria una spallata dei cittadini "non con la rabbia", ma "scegliendo chi non avendo legami con le organizzazioni che bloccano il Paese sia disposto a mobilitarsi" per l’Italia. Non solo. A chi lo accusa di far parte dei poteri forti, Monti ha poi suggerito di occuparsi di campo internazionale: "Non c’è nessun italiano o europeo che abbia fatto altrettante battaglie con successo contro i poteri forti come ho fatto io. Loro hanno castigato a parole, io nei fatti".
Iintervenendo a Checkpoint su TgCom24, il Professore ha definito "ridicolo e diseducativo" presentare ai cittadini come esempio del bilancio di tredici mesi di governo il fatto che la produzione è scesa e la disoccupazione è salita: "È verissimo ma volevamo continuare in un onda illusionistica che avrebbe poi presentato un conto ancora più grande?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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