Movimento 5 Stelle: "processo" alla senatrice Gambaro

Deputati e senatori si riuniscono per decidere se cacciare dal movimento la senatrice Gambaro che ha osato criticare Grillo. Lei: "Non mi dimetto". E lascia l'assemblea

Movimento 5 Stelle: "processo" alla senatrice Gambaro

Oggi è il giorno della resa dei conti all'interno del Movimento 5 Stelle. Dopo tante polemiche, accuse, offese e ritrattazioni l'assemblea dei parlamentari del M5S vota sull'espulsione della senatrice Adele Gambaro, rea di opinioni in contrasto con quelle di Beppe Grillo dopo il magro risultato racimolato alle ultime elezioni amministrative. Niente diretta streaming per seguire l’assemblea. La riunione è appena iniziata a Montecitorio. Vi prende parte la stessa Gambaro che, in Senato, si è già confrontata con i colleghi di Palazzo Madama

I Cinque stelle sono divisi in tre: ci sono i fedelissimi di Grillo, che non ammettono deviazioni né tantomeno critiche, più o meno velate, al grande capo. Tra loro il nuovo capogruppo alla Camera, Riccardo Nuti, l'ex capogruppo, Roberta Lombardi, il nuovo capogruppo al Senato, Nicola Morra, e il suo predecessore, Vito Crimi. Tra i fedelissimi c'è anche il presidente della commissione Vigilanza Rai, Roberto Fico. Una trentina circa, tra Camera e Senato, sono i dissidenti: fermamente contrari all'epulsione della Gambaro, rivendicano la libertà di espressione dei parlamentari. CI sono infine i mediatori: fedeli a Grillo, vogliono rinviare la discussione sull'espulsione per non dividere il movimento.

In un'intervista a Repubblica il capogruppo alla Camera, Riccardo Nuti, si dice convinto che alcune persone lasceranno il movimento. "Ma questo - osserva - non deve preoccupare né gli elettori né gli attivisti; la nostra priorità è lavorare per il programma e far conoscere le nostre proposte che da mesi sono coperte da questo tipo di dichiarazioni. Non credo che il Pd voglia cambiare maggioranza con qualche acquisto. L’obiettivo dei partiti è distruggere il M5S per fare lo stesso con il Paese". Nuti è molto severo nei confronti della Gambaro: "Il suo attacco è stato a sangue freddo, con l’obiettivo di dividere il gruppo parlamentare da Grillo. Discuteremo e infine voteremo se chiedere o meno agli attivisti in rete cosa fare. Gli eletti a Cinque Stelle - sottolinea - hanno firmato degli impegni di programma e di comportamento a cui ci si può sottrarre solo dimettendosi".

Al di là del significato politico il "processo" alla Gambaro assume i contorni di un vero e proprio referendum pro e contro Beppe Grillo. Difficile, se non impossibile, che il movimento voti contro il suo fondatore. Resta da vedere cosa accadrà dopo. Se i dissidenti abbasseranno la testa restando nel M5S, in cattività, oppure se andranno via, armi e bagagli, verso nuovi lidi. Se così fosse potrebbe cambiare la geografia politica della maggioranza. Una parte del Pd non vede l'ora che ciò accada.

Sul sito di Grillo, intanto, sotto il titolo "La stampa fa schifo" quindici senatori a Cinque stelle che minacciano di querelare i giornalisti: "I senatori e le senatrici M5S smentiscono personalmente e categoricamente ciò che è affermato nell'articolo de La Stampa ''I quindici senatori del M5S sull’orlo della scissione'. Firmato: Battista, Bencini, Blundo, Bulgarelli, Campanella, Casaletto, De Pietro, De Pin, Fucksia, Giarrusso, Lezzi, Montevecchi, Simeoni". Come al solito il collante migliore per tenere unito il movimento resta l'accusa al mondo dell'informazione. Vedremo come andrà a finire...

I senatori del Movimento 5 Stelle sono riuniti nell’aula della Commissione industria di Palazzo Madama, per discutere del caso Gambaro. Una decina i presenti, c’è la parlamentare dissidente e anche il capogruppo Nicola Morra. Alle 18 è convocata l’assemblea congiunta di deputati e senatori che può decidere di affidare alla consultazione degli iscritti la proposta di espulsione della Gambaro. "Hai pubblicato un mio sms, non c’è più rapporto di fiducia", ha detto Gambaro all’ex capogruppo Crimi. Gambaro ha ricordato di essere stata messa sotto accusa "per una intervista di due minuti data a titolo personale".

Al collega Alberto Airola che le ha chiesto se avesse piacere a rimanere nel gruppo, la Gambaro ha risposto senza esitazione: "Sì". Poi ha aggiunto: "Ho espresso il mio disagio per i toni della comunicazione. Lavoro molto bene con i colleghi qui. Parlando con tanti di voi - ha aggiunto la senatrice - mi sono resa conto che il disagio era solo mio, ho chiamato Beppe e non mi ha mai risposto...".

Dopo aver letto una lettera in cui, secondo lo staff della comunicazione, si è detta dispiaciuta ma non ha chiesto scusa, Adele Gambaro ha lasciato l’assemblea congiunta dei gruppi M5S confermando il suo no alle dimissioni.

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