Mps, i Pm scavano nei conti dello Ior

L'indagine della Procura di Roma sui depositi riservati ai vertici della banca senese. Per Mussari interrogatorio lampo. Rizzo, ex manager Dresdener Bank: "C'era la banda del 5%"

L'ex presidente di Banca Monte dei Paschi Giuseppe Mussari esce dal Tribunale di Siena
L'ex presidente di Banca Monte dei Paschi Giuseppe Mussari esce dal Tribunale di Siena

RomaOra si indaga anche sull'esistenza di conti correnti aperti presso lo Ior e riservati ai vertici di Mps, come rivelato dal Giornale nei giorni scorsi. A occuparsi del nuovo filone è la procura di Roma, dove l'ex presidente della banca vaticana Gotti Tedeschi è indagato dal settembre 2010 per una movimentazione di 23 milioni di euro (destinati a Jp Morgan Frankfurt e a Banca del Fucino) considerata sospetta. Gli accertamenti sono appannaggio del pm romano Nello Rossi, che a giugno scorso aveva interrogato l'ex «banchiere di Dio» all'indomani della perquisizione ordinata dalla procura di Napoli a casa e nello studio di Gotti Tedeschi, e che è titolare anche del fascicolo per ostacolo alla vigilanza e manipolazione del mercato nella vicenda Monte Paschi. Su quei conti, secondo il Corriere, sarebbero passati i fondi necessari a «pagare le persone utilizzate nel 2007 per organizzare la seconda vendita di Antonveneta», passata dal Banco Santander a Mps con un plusvalore per gli spagnoli di oltre tre miliardi di euro. E dietro le mura della Santa Sede, secondo il quotidiano di via Solferino, si sarebbero svolte «importanti e delicate riunioni» per organizzare la cessione dalla banca iberica - guidata dal banchiere vicino all'Opus Dei Emilio Botin - a Mps. Incontri tra il manager ex Merrill Lynch Andrea Orcei, il dg dello Ior Paolo Cipriani e l'ex prelato Ior Pietro Pioppo che però sono stati seccamente smentiti dal direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, che pur senza toccare il tema dei conti riservati, ha detto che «le riunioni di cui si parla sull'operazione Antonveneta non sono mai esistite».
Intanto, a Siena, l'interrogatorio-clou della nuova settimana di indagini si è sgonfiato prima di cominciare. Il rendez vous tra i pm toscani e l'ex presidente del Monte Paschi Giuseppe Mussari è infatti durato pochi minuti. Il manager indagato è arrivato in procura su una Smart rossa insieme al suo legale Fabio Pisillo solo per manifestare con i tre magistrati la sua intenzione di rispondere alle domande, ma chiedendo immediatamente un rinvio dell'audizione perché il suo secondo difensore, Tullio Padovani, era impegnato altrove e non poteva presenziare all'interrogatorio. Così ieri a tenere banco è stato il «superteste» della «banda del 5 per cento» Antonio Rizzo (qui sotto la lettera che ha scritto al direttore del Giornale Alessandro Sallusti), l'ex manager di Dresdner Bank ascoltato a Roma dagli uomini del nucleo di polizia valutaria della GdF. Rizzo già nel 2008 raccontò ai pm milanesi che indagavano sulla finanziaria Lutifin di aver saputo dal collega di Dresdner Michele Cortese che l'ex capo finanza di Mps Gianluca Baldassarri e il responsabile londinese Michele Pontone erano noti nell'ambiente come «banda del 5 per cento» per le «commissioni» che si riconoscevano a ogni operazione. Ieri Rizzo ha ribadito la storia anche per gli inquirenti senesi, e nel pomeriggio sul sito web di Servizio Pubblico è apparsa un'intervista al banchiere-superteste. «Con Baldassarri - racconta Rizzo - il rapporto era trasparente, non ha mai chiesto niente direttamente. Io ho solo riferito alla procura quello che si diceva rispetto alle stranezze riscontrare in Dresdner». E quanto ai soldi «scudati» dallo stesso ex direttore dell'area finanza di Mpd, Rizzo ha aggiunto: «I 17-20 milioni di euro sul conto estero di Baldassarri? Avrete delle sorprese, lui ha lavorato a Londra, lì un bonus può essere di 20 milioni in un anno, e non sono io che devo dire se e dove Baldassarri ha preso i soldi. C'è una partita più grossa che si sta giocando e, come al solito, noi - e mi ci metto dentro - non ve la facciamo vedere».
In serata il segretario pd, Pier Luigi Bersani, ospite di Piazza pulita su La7, ha parlato di nuovo del caso Mps: «Le Fondazioni non possono avere una posizione predominate in una banca. Se vado al governo si esce da qualsiasi controllo della fondazione sulla banca».


La terza procura impegnata nel caso Mps, quella di Trani, ha deciso di trasmettere ai colleghi toscani il fascicolo sul Monte Paschi (e sui mancati controlli di Bankitalia e Consob) aperto sulla base dell'esposto dell'Adusbef per manipolazione del mercato, aggiotaggio, truffa e omesso controllo. Restano in Puglia i filoni sui derivati di Mps e di altre quattro banche (che vede indagata Anna Maria Tarantola per omesso controllo) e quello sui trader stranieri che avrebbero manipolato il tasso Euribor.

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