Il Natale (in rosso) di Gualtieri: il Comune sotto di 300 milioni

Una delle cause principali del disastroso bilancio targato Gualtieri sono circa i 10 milioni di euro che il Comune dovrà pagare ai dipendenti. Il Sindaco cambia faccia: prima punta il dito contro il nuovo Governo ma Meloni lo salva con un emendamento da 100 milioni

Il Natale (in rosso) di Gualtieri: il Comune sotto di 300 milioni

Regalo di Natale molto amaro da parte del sindaco Gualtieri per la sua città, con una previsione di bilancio del nuovo anno sotto di circa 300 milioni di euro. Ha dovuto ammetterlo proprio l’assessore Silvia Scozzese, nonché fidatissima vicesindaco di Gualtieri, che - sembrerebbe - avrebbe fatto male i conti. A fra cadere nel “baratro” l’amministrazione capitolina, come giustificano i dem, non una gestione azzardata dei fondi pubblici, ma una serie di interventi che si sono riversati tutti insieme sul tesoretto comunale. A partire dai ristori covid e dalla mancanza dei bonus che erano stati emessi dal governo durante la pandemia, ai maggiori costi dell’energia dovuti al conflitto tra Ucraina e Russia, fino alle basse erogazioni - sempre secondo Gualtieri - riservate ai comuni. Insomma, delle condizioni che, però, potrebbero accomunare tutto il paese e non solo la capitale.

A gravare ulteriormente sull’amministrazione cpitolina altre due situazioni che hanno messo ko la gestione finanziare di Roma. Al primo posto la sentenza della Corte Costituzionale, risalente allo scorso ottobre, che riguarda il pagamento Imu per i coniugi. In pratica, per considerare una casa abitazione principale, è sufficiente che il proprietario ci risieda o ci dimori anche senza il resto della famiglia. Al Sindaco questa decisione non è proprio andata giù, probabilmente perché toglie dalle tasche del comune ben 145 milioni di euro. Quindi: vedersi rivendicata la propria abitazione anche se si è sposati, per il Pd sembrerebbe un sacrilegio, ma dare la residenza a chi occupa case abusivamente no.

Altro macigno sui conti della giunta Galtieri è quello che riguarda il contenzioso tra Comune e dipendenti a causa del primo che non ha proceduto all’adeguamento delle buste paga e delle progressioni di carriera. Per questo 1728 dipendenti di Roma Capitale hanno fatto ricorso in massa al Giudice del lavoro, l’ultima udienza è fissata nelle prossime settimane e la direzione che sembrerebbe prendere è quella dell’esecuzione per cui il comune dovrà restituire una somma di circa 10 milioni di euro.

Solo qualche settimana fa il dito era puntato contro il nuovo governo Meloni, accusato da Gualtieri direttamente per aver messo il Comune nelle condizioni imprescindibili di effettuare tagli su servizi anche essenziali: “Sono preoccupato: in una situazione di risorse scarse decidere di non coprire le maggiori spese per i Comuni e invece mettere 1 miliardo su flat tax e pensioni significa aver deciso che quel miliardo non va dove sarebbe dovuto andare, ovvero a consentire ai Comuni di non tagliare sui servizi: tagli che invece dovranno esserci”. Oggi lo scenario è invece completamente diverso, e l’atteggiamento del Sindaco dem anche: quel Governo che sembrava velatamente, mica tanto, tacciato come “incapace” ha inserito nella Fiinanziaria ben 100 milioni di euro per coprire i costi del solo 2023 del Comune di Roma, salvando l’amministrazione in extremis.

Tutto è bene quel che finisce bene, almeno per il Sindaco che al brindisi natalizio con la stampa ha addirittura esordito sull’argomento

con un ironico “altrimenti oggi avremmo una faccia diversa”. Ma il fatto resta: basterà l’ancora di salvataggio lanciata dalla Meloni per migliorare la gestione finanziaria dell’amministrazione capitolina?

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