Il caso Soumahoro ha avuto un effetto devastante nel mondo della sinistra, colpendola proprio in uno dei suoi temi principali, ossia quello dell'immigrazione e dell'accoglienza. In tanti si sono affrettati a voltare le spalle all'ambizioso parlamentare eletto con l'Alleanza Verdi-Sinistra, ma evidentemente non Nicola Fratoianni che, intervistato da Repubblica, si dichiara non pentito della scelta di Aboubakar Soumahoro.
Il leader di Sinistra italiana rivendica dunque la sua scelta di candidare il deputato originario della Costa d'Avorio. Una scelta motivata proprio da ciò che il personaggio rappresentava: lotta al caporalato, denuncia dello sfruttamento dei migranti. Battaglie che per Sinistra Italiana sono essenziali. "Sebbene non mi sfugga che il problema adesso è come sostenere e proteggere le lotte e le ragioni di chi quotidianamente le porta avanti dalle ripercussioni di questa vicenda. Ragioni e lotte che restano al centro della nostra iniziativa politica", precisa Fratoianni.
Quanto alla vicenda che ha investito Soumahoro, il leader di SI spiega: "Nessuno mi aveva mai parlato di ipotesi di reato". Le spiegazioni fornite da Aboubakar Soumahoro lo hanno però convinto solo fino a un certo punto. "Credo che ci siano ancora delle zone d'ombra da chiarire ed è quello che noi gli abbiamo chiesto di fare. Nel merito, punto per punto, nell'interesse suo, di chi lo ha votato, della dimensione colettiva di cui fa parte", dichiara.
"Mi pare evidente che si sia prodotto un cortocircuito fra il suo ruolo e il ritrovarsi dentro una relazione stretta familiare, che però era difficile non vedere. A noi comunque ha ribadito la sua totale estraneità", aggiunge Fratoianni nella sua intervista a Repubblica.
Nicola Fratoianni spiega poi che in prossimità della campagna elettorale gli giunsero delle voci da parte della senatrice Fattori in merito a una coop di Latina. "Le chiesi se ci fossero elementi di certezza, che non arrivarono. Perciò decidemmo di procedere con la candidatura, avanzata da Europa verde, che poi valutammo insieme di sostenere. Quelle voci non facevano alcun riferimento né a stipendi non pagati, né ad appropriazione di fondi o a sfruttamento del lavoro. Attenevano alle condizioni di un centro di accoglienza, in cui comunque Abou non era coinvolto", racconta. Fratoianni nega anche di aver ricevuto delle segnalazioni da parte di due dirigenti di Sinistra italiana. Se gli fossero arrivate denunce relative a sfruttamento o lavoro a nero si sarebbe posto il problema, precisa. Nessuno, ribadisce, aveva mai fatto menzione a questioni di natura penale.
La decisione di
Aboubakar Soumahoro di autosospendersi dal gruppo appare giusta al segretario di Sinistra Italiana, che poi, per quanto concerne la possibilità di dimettersi dal Parlamento, risponde: "Il resto dipende da lui".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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