Nonni stalker a giudizio: tormentano figlia e nipoti

La mamma dei bimbi si è rivolta al tribunale: "Ci sfiniscono coi loro consigli non richiesti. Ce li troviamo sempre tra i piedi"

Nonni stalker a giudizio: tormentano figlia e nipoti

I video-giudici di Forum o di Verdetto Finale farebbero carte false per affrontare una causa così. Ma «così» come? Da picco di ascolti in tv, ovviamente.
Già ci sembra di sentirle, le gran cerimoniere «legali» Barbara Palombelli - distaccata presso il Tribunale Mediaset di Forum - e la sua collega Veronica Maya, in servizio permanente effettivo alla Procura della Repubblica Rai di Verdetto Finale: «Signori della corte, oggi discuteremo la storia di una figlia di 42 anni che ha denunciato i genitori per stalking, sostenendo che i comportamenti della madre e del padre, entrambi settantenni, possono essere considerati atti persecutori». Applausi. Pubblicità.
La cosa incredibile è che i due anziani imputati esistono davvero e che sono finiti a giudizio in una vera aula di tribunale (quello di Modena, per l'esattezza). Ma - pur non volendo anticipare la sentenza - assai difficilmente il loro comportamento potrà configurare il reato previsto dall'art. 612bis (quello appunto che punisce gli stalker). Torniamo nei ranghi e limitiamoci a raccontare la vicenda, così come descritta dalla Gazzetta di Modena.
In origine c'era una famiglia che viveva felice e contenta. La figlia viveva col compagno in un'abitazione a pochi metri di distanza dai genitori. La situazione sarebbe però precipita - secondo l'accusa - alla nascita della nipotina, quando i «consigli» della nonna e del nonno per l'educazione della bambina si sarebbero fatti troppo insistenti, per non dire invadenti. Fino alla rottura, quando dopo l'ennesimo litigio la figlia ha deciso di non far vedere più la bambina ai genitori. Così dai genitori sono arrivate continue richieste di poter andare a trovare la bambina, anche con «appostamenti» continui all'asilo solo per poterla vedere un po'. Di qui la denuncia della figlia.
Dopo il recente rinvio a giudizio dei due genitori, ora il caso è approdato in aula, e la prossima udienza è fissata per il 14 luglio. Fondamentali saranno le testimonianze di parenti e conoscenti. Intanto la difesa degli imputati sottolinea la disperazione dei due genitori, che lamentano il fatto di non poter vedere da tempo né la figlia né la nipote (anzi, i nipoti, visto che nel frattempo la donna ha avuto un secondo bimbo). Un disagio - quello dei nonni - che li ha spinti invano a rivolgersi anche ai servizi sociali pur di riprendere i contatti con figlia e nipoti. Peccato che, come spesso accade in questi casi, gli assistenti sociali, lungi dal risolvere il problema, lo hanno esacerbato. E così a rancore si è aggiunto rancore e le rispettive «chiusure» si sono ulteriormente blindate. Con tanto di telefonate registrare reciprocamente solo al fine di utilizzare poi come «arma contundente» in sede giudiziaria.
Ma, in tutto questo, cosa c'entra il reato di stalking? Praticamente nulla.

Qui ci troviamo dinanzi solo a «normali» incomprensioni tra una figlia e i suoi genitori, con la particolarità che la figlia in questione non è una ragazzina in fase di ribellione adolescenziale, ma una donna che dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere dotata di maturità e buonsenso; qualità che però, a dire il vero, pare difettino anche agli anziani nonni che non si sono mai post il problema di essere un po' (ma solo un po', per piacere) meno invadenti, anzi - diciamolo papale papale - meno rompiballe.
Il vecchio giudice di Forum (il compianto Santi Licheri) non avrebbe dubbi: «Si condannano le parti in causa a risolvere il contenzioso in altra sede...». Magari nell'Arena di Massimo Giletti.

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