Le nuove cortesie per gli ospiti Sdoganata la cena take away

In Gran Bretagna non è più considerata cafona. Gli ultimi arroccati sulla tradizione? Gli italiani

Le nuove cortesie per gli ospiti Sdoganata la cena take away

E adesso, carogna maledetta, chiedici ancora sibillina, davanti ai nostri commensali, a bruciapelo mentre stiamo masticando, mentre stiamo controllado se tutti hanno abbastanza vino nel bicchiere e mentre abbiamo finalmente abbassato le difese: «Mhh, ottime queste polpette ma come le hai fatte?...». Tu con i tuoi artigli lunghi e laccati, con la tua piega fresca di parrucchiere, con la tua baby sitter-alter-ego paonazza e sfinita a furia di star dietro ai bambini che hai fatto tu ma dei quali a malapena conosci l'età e i nomi, con il tuo totale disinteresse per la cucina, con il tuo forno intonso, con le caviglie assottigliate dai tanti riposini ristoratori durante i pomeriggi sfaccendati e con le tue lezioni di pilates a ore pasti. L'abbiamo sempre saputo che ci chiedevi pubblicamente le ricette non per replicarle ma solo per metterci in difficoltà, per coglierci in «fragranza» di reato. Non hai mai spadellato, tu, mai rassettato e nemmeno mai lavorato. Ma ogni volta che ti sei seduta al nostro desco di vere trafelate incastratutto (torno dall'ufficio - mi passo la piastra sui capelli - lancio i pantaloni - mi infilo il tubino - prelevo mio figlio dalla nonna - compro i fiori - apparecchio - ritiro e spacchetto la cena - la camuffo da manicaretto fatto in casa - mi ubriaco di coraggio liquido - ricevo gli ospiti) hai fatto in modo di metterci in difficoltà. Ma ora è finita. Anche per te, maledetta. La guida Debrett, cioè la bibbia del galateo britannico, ha cristianamente sdoganato il cibo take away anche per quando si hanno ospiti a cena. Cioè: puoi ordinare pizza, hamburger, sushi, kebab, o involtini primavera purché tu, padrona di casa, sia disposta ad essere sincera circa la provenienza del cibo per i tuoi commensali e disposta (almeno) a sbatterti per una presentazione di tutto rispetto. Tipo: ok il kebab purché servito in piatti di porcellana debitamente riscaldati.

Sapete cosa significa, questo? Che abbiamo finito di nascondere i cartocci della rosticceria o i tupperware della mamma. Che abbiamo finito di sentirci in colpa e di dover camuffare il pasto ordinato fuori con qualcosa fatto appositamente con le nostre manine sante: impastato di cura e attenzione e sacrificio. E sai cosa significa, cara la nostra maledetta nullafacente intrigante? Che è finita anche per te e per le tue perfide, gratuite umiliazioni. E poco importa che agli inglesi l'accademia italiana di Galateo abbia risposto indignata che «tutto ciò non è accettabile». Certo che ci ha stupite una tale concessione nell'era dei Master Chef e dei programmi di cucina e dei libri di ricette. Ma evviva!

Siamo in una società in cui si accetta che le madri appaltino alla baby sitter peruviana la cura dei figli, in una società in cui è permesso sedersi a tavola con una faccia che non è più la nostra, bensì la versione nuova, irreale e chirurgicamente modificata di ciò che era un tempo o non è neppure mai stata, siamo in una società in cui le famiglie sono assemblate come macedonie, in cui i ruoli sono capovolti a testa in giù ma guai se non prepari la sfoglia per gli ospiti dandoci dentro di mattarello, guai se non perdi ore della tua giornata dietro al bollito o se non cavalchi con aurei speroni da casalinga perfetta il risotto all'onda. Non cucinare (davvero) per i propri ospiti, è rimasto l'ultimo dei reati imprescrivibili. Invece sapete che c'è? Abbiamo deciso di dar retta agli inglesi e alla loro inaspettata, malleabile rigidità. Siamo disposte a compare piatti di porcellana finissima, a riscaldarli, a fare outing «sì, ho ordinato la cena». Purché ci si permetta d ordinarla.

Cosa che peraltro già facevamo, umiliandoci in patetiche sceneggiate mistificatrici e lasciando a quella stronza nullafacente la possibilità di raggelarci mentre la farsa filava liscia: «Mhh, ottime queste polpette ma come le hai fatte?...».

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