Le donne, certo. Ma c'è un'altra categoria particolarmente indifesa e troppo spesso vittima di omicidi: gli anziani. Dopo la strage di Caselle il rapporto Eures 2013 rivela che negli ultimi cinque anni (2008-2012) in Italia sono stati uccisi 444 over 65, in media 89 l'anno. Il 22,3 per cento è stato ucciso durante un furto o una rapina (tra il 2011 e il 2012 le vittime sono raddoppiate, passando da 15 a 31). I più a rischio sono gli anziani soli, che rappresentano il 70,4 per cento delle vittime con più di 65 anni, mentre il 21 per cento viveva con il coniuge e l'8,6 per cento con i figli.
Nel 2012 gli over 65 uccisi sono stati 98, pari al 18,6 per cento del totale delle vittime di omicidio. L'aumento rispetto alle 84 vittime del 2011 è stato del 16,7 per cento e l'incremento è dovuto soprattutto alla morte violenta delle donne (+30%, da 40 a 52 vittime, rispetto al +4,5% per gli uomini, da 44 a 46). Oltre 8 vittime anziane su 10 vengono uccise in famiglia, il 50,7 per cento dei casi (54,4% al Centro e 63,7% al Nord) o dalla criminalità comune (22,7% del totale). Più rari i casi nel contesto amicale (6,8%), di vicinato (4,1%), in quello economico o lavorativo (3,8%) e della criminalità organizzata (2,7%).
Per quanto riguarda furti e rapine, nel 2012 nel 52,6 per cento degli omicidi di anziani la vittima conosceva l'assassino (un vicino di casa, un dipendente, un operaio, un giardiniere o una badante) e nel 15,8 per cento la conoscenza era indiretta (cioè mediata da terzi), mentre l'assassino era uno sconosciuti nel restante 31,6 per cento dei casi. Le più a rischio sono le ore serali e notturne, con il 65 per cento delle vittime tra le 18 e le 6 del mattino, e la domenica (23,3% delle vittime), con il doppio degli anziani assassinati rispetto agli altri giorni della settimana.
I colpevoli di omicidi di anziani per rapina sono spesso giovani (il 41,2% ha tra i 25 e i 34 anni) e prevalentemente stranieri (il 60,8%), con una forte incidenza dell'Europa dell'Est e del Nord Africa. Sono soprattutto le donne anziane invece ad essere uccise da un familiare (il 69% dei casi tra il 2008 e il 2012), rispetto al 41,5 per cento degli uomini, più frequentemente uccisi dalla criminalità comune (28%, rispetto al 22,4% per le donne), da conoscenti (13% contro il 2,4%), in contesti di abitazione o vicinato (5,2% contro il 3,8%), in ambito lavorativo (6,2% contro il 2,4%) o dalla criminalità organizzata, di cui sono vittime esclusive. All'interno della famiglia sono i figli (40,9%) i principali carnefici degli anziani, seguiti dai coniugi (32,4%).
Nel solo contesto familiare il 12,2 per cento delle vittime anziane è stata uccisa per motivi economici, l'11,9 per cento dopo liti e dissapori, nel 13,8 per cento dei casi l'assassino soffriva di disturbi psichici e in un altro 11,4 per cento la causa è un raptus dell'autore, mentre l'8,8 per cento degli omicidi è legato alla malattia fisica o mentale o alla non autosufficienza della vittima, da cui l'omicida ha voluto "liberarla" (i cosiddetti omicidi pietatis causa).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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