Riforme, Grillo ci prova col Pd. Ma Renzi: "Niente patti segreti"

Grillo apre a sorpresa: "Renzi legittimato dalle europee". E chiede un confronto sulla legge elettorale. Ma Renzi lo stoppa: "Il patto con Berlusconi regge"

Riforme, Grillo ci prova col Pd. Ma Renzi: "Niente patti segreti"

Altro che #vinciamonoi. Dopo la doccia ghiacciata delle elezioni europee, Beppe Grillo cambia strategia e punta tutto su un inciucio con Matteo Renzi. Sono finiti i giorni della marcia su Roma, degli ultimata a Napolitano per ottenere elezioni anticipate, delle sfiduce al governo. Adesso il comico prova ad arrivare nella sala dei bottoni pur non essendo riuscito a portare il Movimento 5 Stelle a prima forza politica del Paese. Per farlo non gli resta che brigare con l'"ebetino", il "cartone animato", il "figlio di Troika", insomma quel Renzi che in campagna elettorale ha tanto dileggiato e demonizzato. "Se ritiene che la legge (firmata dal) M5S possa essere la base per una discussione comune, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà", scrive sul blog auspicando, in un post firmato a quattro mani con Gianroberto Casaleggio, di ottenere un incontro con il premier per poter aprire un confronto la legge elettorale. Confronto che al quartier generale del Pd accolgono con freddezza. "Grillo è un uomo che ci ha abituati ogni giorno ad una sorpresa - commenta, divertito, Renzi al Tg5 - con lui non ci si annoia mai".

All'indomani delle europee Grillo aveva subito detto che i Cinque Stelle avrebbero dovuto - inevitabilmente - cambiare strategia. L'asse con lo UK Independence Party di Nigel Farage e le trattative coi Verdi per formare un gruppo al parlamento di Strasburgo erano stati solo il primo passo. Adesso il comico punta a cambiare tattica anche a Roma. "Sono avvenute due cose che hanno cambiato lo scenario - ha spiegato - il M5S ha una legge elettorale approvata dai suoi iscritti e Renzi è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd". L'obiettivo è di sedere al tavolo delle riforme. Non vuole lasciare la partita in mano a Renzi e a Berlusconi. Così, si gioca la carta di un incontro a due. Per sbilanciare il piano a sinistra. All'incontro col premier non parteciperebbero, per, né Grillo né Casaleggio. I due guru pentastellati manderebbero nella casa del lupo i capigruppo grillini di Camera e Senato, Danilo Toninelli, estensore della versione definitiva della legge elettorale, e Luigi Di Maio. Domani sarà inviata a Palazzo Chigi la richiesta formale.

"La nostra legge è di impronta proporzionale - sottolineano Grillo e Casaleggio - non è stata scritta su misura per farci vincere come è stato per l’Italicum, scritto per farci perdere". Sul blog i leader del M5S ripercorrono la vicenda della riforma elettorale a partire da quando (il post indica erroneamente come data il gennaio 2013, invece che 2014) "i giornalai chiedevano a gran voce che il M5S andasse a 'vedere le carte' della legge elettorale" altrimenti il Paese sarebbe andato a sbattere. "Renzie con chi altro poteva fare la legge se non con Berlusconi?". Proprio per recidere questa trattativa, Grillo prova ad aprire al Pd. "Non più Forza Italia e Berlusconi aghi della bilancia per il via libera alle riforme - spiega Di Maio - bensì il Movimento 5 Stelle". I grillini sarebbero addirittura disposti a non trasmettere in streaming l'incontro. Eventualità che non piace a Guerini che non solo pretende lo streaming in caso di faccia a faccia, ma detta addirittura l'agenda. Perché il percorso delle riforme costituzionali è già stato individuato.

E passa attraverso un pacchetto che comprendono anche l'abolizione del Senato e la modifica del titolo V. "È bene che non ci siano né patti segreti né giochini strani", avverte Renzi confermando che il patto siglato con Berlusconi regge. Adesso tocca a Grillo scoprire le carte.

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