
In uno dei consuenti incontri con la stampa estera, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha affrontato diversi temi di attualità politica ma, soprattutto, si è ampiamente soffermato sul tema della guerra in Ucraina, esprimendo la propria posizione sull'idea di inviare soldati a Kiev. "Parlare oggi di mandare soldati italiani in terra di guerra non ha senso, non mi esercito neanche a dire chi e come. Prima, Putin e Zelensky devono deporre le armi e poi ragioneremo di tutto", ha spiegato il vicepremier.
In merito alla spesa militare, per la quale si parla di un aumento in prospettiva futura, Salvini ha voluto sottolineare che "si può aumentare, ma l'ultima cosa che faccio è tagliare la spesa sanitaria per aumentare la spesa militare". O, aggiunge, si discute fuori dai vincoli europei "e allora è un altro paio di maniche", ma "se devo decidere se investire in ospedali, scuole o carri armati è banale dire che l'ultima delle scelte è quella dei carri armati". Quando le trattative di pace, che il ministro definisce "priorità", saranno giunte a conclusione "conto che la Russia, a guerra finita, possa tornare a essere un interlocutore commerciale come è successo con tutti i governi negli anni precedenti". Iniziativa di pace che al momento non vede l'Europa come interlocutore principale ma solo gli Usa e, sottolinea il vicepremier, la sua speranza è che "grazie all'iniziativa di Trump ci siano concreti dialoghi di pace prima possibile, poi starà a Zelensky e a Putin dove fermarsi e come concludere". Salvini si è detto anche felice che "l'Italia sia centrale" e la speranza è che "l'Ue possa sedere e non assistere" al tavolo diplomatico.
Come Lega, e anche come governo, prosegue Salvini nel suo intervento, "abbiamo sempre votato gli aiuti militari all'Ucraina, e finché ci sarà la guerra lo faremo". Tuttavia, il ministro si è detto fermamente contrario all'idea di istituire un esercito comune per l'Ue, perché "se l'Europa è quella che ha portato al collasso interi settori produttivi, l'ultima delle cose intelligenti fare è mettere in piedi una difesa comune, un esercito comune europeo". Per Salvini, "sarebbe un disastro" perché "visto che quello che tocca Bruxelles in tanti campi va a fallire, preferisco degli Stati nazionali forti che investono". Facendo un paragone, il ministro ha detto alla stampa estera che "se mettessimo una von der Leyen a capo di un esercito comune europeo dura venti minuti e poi si arrende. Quindi assolutamente sono contrario a un'ipotesi di questo tipo".
Con la stampa estera, il ministro Salvini ha guardato anche alle recenti elezioni tedesche, dove la Cdu/Csu di Frederich Merz è diventato il primo partito e ora formerà il governo con i socialisti di Spd nonostante la sconfitta del partito di Olaf Scholz, al suo minimo storico da 140. Una vittoria, quella di Merz, che si è verificata anche grazie ai proclami anti-immigrazionistici che, però, in parte sono stati già revocati. "Se anche sulla base degli impegni elettorali Merz farà - come mi auguro - quello che ha promesso, bisogna rafforzare le frontiere a Sud. Prima di arrivare in Germania", ha detto Salvini, che poi ha aggiunto: "Se Merz ci darà una mano, bene. Se la Germania blinda le frontiere tedesche, fa bene. Mi auguro che lo faccia. Se asserirà che non farà entrare neanche uno spillo in Germania, saremo conseguenti. Noi faremo altrettanto con i confini italiani".
Intanto il vicepremier pianifica una prossima missione in Marocco nell'ambito del Piano Mattei: "Nel mio piccolo sto lavorando sui temi delle infrastrutture nei paesi mediterranei e nord-africani. Conto di avere nelle prossime missioni di avere una tappa in Marocco".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.