Si gode il momento, Paolo Perrone. E si concede un commento compiaciuto. «Letteralmente travolto dal vostro affetto» scrive su Twitter il sindaco di Lecce, confermato per la seconda volta consecutiva nel ruolo di «sinda-star», ovvero di sindaco più amato d'Italia secondo il consueto sondaggio semestrale «Monitorcittà» di Datamonitor sui primi cittadini più apprezzati della penisola.
Il gradino più alto del podio è così appannaggio di un sindaco di centrodestra, al secondo mandato, con il 62,8% dei consensi, peraltro uno dei pochi consacrati dalle primarie. Un successo che lo pone alla ribalta dell'attenzione nazionale oltre a piazzarlo in pole-position per la corsa alla guida della Regione Puglia dove ad attenderlo potrebbe trovare Michele Emiliano, premiato come sindaco più apprezzato tra quelli delle aree metropolitane (una distinzione introdotta per la prima volta in questo sondaggio). Uno scontro che se si concretizzasse potrebbe svilupparsi sul filo del fair-play almeno a giudicare dai tweet di congratulazioni pubblicato dal collega barese. «Paolo Perrone è una brava persona che stimo e rispetto. Gli faccio i complimenti. Una sfida alle Regionali? Perrone è persona seria, meglio averlo come alleato che come avversario! Ma sarebbe una bella sfida!».
Perrone, 46 anni, è sindaco dal 2007. Laureato alla Bocconi in Economia aziendale, ha preso un diploma di International Business Program alla School of economics di Stoccolma, e uno all'École des hautes études commerciales di Parigi, poi è tornato in Puglia per insegnare alla facoltà di Giurisprudenza a Lecce, e fare l'amministratore delegato di una società della grande distribuzione. Nel 1998 entra in politica come consigliere comunale, poi Adriana Poli Bortone lo sceglie come suo vicesindaco e assessore, infine si candida e viene eletto al primo turno (56,2 per cento), vittoria confermata l'anno scorso (64,3 per cento). «Fittiano» di ferro, il suo profilo è quello di un personaggio fuori dagli schemi, con un naturale talento per la comunicazione. Nei manifesti dell'ultima campagna elettorale scrisse: «Ciao casalinga leccese. Sono Paolo. Alto, brizzolato, slanciato, tennista. Cucino, lavo, stiro, apparecchio. Se vuoi conoscermi, spesso sono in Comune. Astenersi perditempo. P.s. Si accettano anche comuniste». Altra sua performance quando si fece ritrarre in slip per dimostrare che non aveva niente da nascondere. Sul sito web architettò anche una opzione interattiva che consentiva di «spogliarlo» con un clic. Perrone si è anche cimentato in una prova d'attore nel video di «Beddrhu Lecce style», rivisitazione tutta leccese del successo del rapper coreano Psy «Gangnam style».
Al di là delle trovate di marketing è ovvio che essendo ormai da tempo sulla poltrona da primo cittadino la valutazione positiva passa per la capacità di gestione della splendida città salentina. Grandi eventi, cura del centro storico, riqualificazione delle periferie, accoglienza turistica e disponibilità al dialogo, la candidatura di Lecce a Capitale Europea della Cultura. E l'attenzione costante all'orgoglio e alla piena appartenenza a una comunità. «Nel centellinare, quasi degustandolo, questo titolo, non posso celare a me stesso il fatto che si tratti di un riconoscimento che, pur apparentemente frivolo, denota implicazioni profonde. C'è dentro questo riconoscimento, infatti, il gradimento per la persona, certamente, e questo non può che farmi piacere, perché i complimenti piacciono a tutti e saremmo poco credibili a dire il contrario. Ma questa constatazione non esaurisce il contenuto di questo riconoscimento, che la dice lunga anche su un altro fronte: quello del senso di appartenenza dei leccesi alla loro città, di qualsiasi colore sia la bandiera del loro credo politico.
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