Il lungo ponte del 25 aprile, quello della Liberazione, usato come mero pretesto per l'ennesimo rave party, l'ennesima sceneggiata contro il governo. Stavolta la location scelta è Bologna "la rossa", roccaforte sinistra dove nella serata di ieri si è svolta la la street rave parade, che ha attraversato il centro storico partendo dai giardini Margherita per arrivare al parco Nord. A partecipare sono state alcune migliaia di persone legate agli ambienti anarchici, comunisti e dei centri sociali. Il corteo si è mosso scortato da mezzi che diffondevano al massimo volume musica techno e come sempre accade in queste occasioni non sono mancati i danni agli esercizi commerciali, che hanno visto le loro vetrine spaccate. Ma si segnalano anche le solite scritte sui muri e i bivacchi improvvisati.
Durante il passaggio, i vandali hanno inneggiato ai soliti slogan in favore delle droghe e contestato il governo. In testa al corteo, per esempio, capeggiava lo striscione: "Più festoni meno Meloni". Questo evento altro non è stato che un rave party che per metà della sua durata ha avuto carattere itinerante: si tratta della seconda edizione della street rave parade, che stavolta è stata denominata "Smash repression", dopo quella che è stata organizzata a dicembre. L'obiettivo di queste persone, oltre quello di trovare un pretesto per camuffare un rave party, è quello di alzare la voce contro l'esecutivo, che sta provando a riportare in Italia un po' di regole e di organizzazione dopo il colpevole lassismo delle amministrazioni di sinistra, che hanno reso l'Italia il Paese dei balocchi.
Il corteo di Bologna, oltre ai danni e alle vandalizzazioni, ha lasciato dietro di sé anche una lunga coda di sporcizia, fatta di bottiglie di vetro di alcolici abbandonate lungo le vie e di rifiuti vari. Numerosi i collassi, probabilmente per l'eccesso di alcolici e di sostanze stupefacenti lungo il percorso, mentre il Comune di Bologna ha avvallato il rave party itinerante, comunicando semplicemente che ci sarebbero stati disagi alla circolazione veicolare. "Il silenzio di Lepore e del Comune rispetto a questa manifestazione e a questi atteggiamenti è colpevole. Ci arrivano segnalazioni di persone che urinavano per strada e persino nei cortili privati di bolognesi esasperati da questa manifestazione", denuncia Stefano Cavedagna, capogruppo di Fratelli d'Italia al Comune di Bologna.
"Uno dei mezzi del “rave” ha persino preso fuoco, causando panico e costringendo ad un intervento massiccio dei vigili del fuoco. Lo stesso evento nel dicembre dell’anno scorso, ottenne la comprensione del sindaco Lepore, neo eletto nella segreteria nazionale del Pd di Elly Schlein, il quale derubricò quei momenti di follia come una lecita protesta contro il decreto anti-rave", prosegue il consigliere di FdI. La conclusione amara da parte di chi vive questa città e non accetta che venga deturpata in questo modo è amara: "Il silenzio del Comune finisce per essere complice di questi atti che guarda caso si continuano a tenere qui per una evidente affinità ideologica.
La maggioranza di sinistra che amministra la città si dimostra ancora fallimentare ed incapace di prendere le distanze da questi antagonisti. Il Sindaco è membro del comitato provinciale per la sicurezza, il suo silenzio è assordante ed imbarazzante".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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