Roma - Mattina del 9 settembre. Una giovane deputata grillina chiede all'ambulatorio di Montecitorio che le venga prescritta la «pillola del giorno dopo». Ma il medico è obiettore di coscienza, e lascia l'onorevole pentastellata senza l'anticoncezionale. La parlamentare non ci sta. Così avverte il dottore che aspetterà il turno successivo, ma quest'ultimo le risponde che è un obiettore anche lui. L'insolita schermaglia all'ingresso dell'ambulatorio finisce per avere un discreta eco nei Palazzi, pur occupati in altre questioni. Ne parla in aula la parlamentare socialista Pia Locatelli, interviene la vicepresidente della commissione Affari sociali Eugenia Roccella. E, l'11 settembre, a Palazzo Madama, l'«incidente» finisce al centro di un intervento del senatore-medico grillino Maurizio Romani. Che accosta «due episodi apparente lontani tra loro» come esemplari della «violenza sulle donne». Il primo è l'uccisione della psicologa barese, accoltellata da un paziente. Il secondo «esempio di violenza sulla donna», per Romani, sarebbe il diniego della «pdg» alla collega di partito della Camera, che «non ha potuto usufruire di un servizio dovuto per legge».
Ma c'è una possibile soluzione interna. «Mi faccio avanti io. Mi metto a disposizione come medico, socialista e non obiettore, per prescrivere ai colleghi parlamentari che ne abbiano bisogno la pillola del giorno dopo. A patto che insieme alla prescrizione mi venga permesso di fare un po' di informazione sugli altri metodi anticoncezionali», ironizza Lucio Barani, senatore del Gal e medico anche lui, prima di mettere un pizzico di polemica sulla questione. «Ho parlato della questione oggi (ieri, ndr) in aula per quattro minuti, e ho detto al presidente Grasso che, se serve, io sono a disposizione. Proprio il senatore Romani, che ieri (l'11 settembre, ndr) l'aveva messa giù così dura, ha preso il mio intervento molto sul serio, tanto che mi ha detto che non aveva proprio pensato che la pdg alla compagna di partito avrebbe potuta prescriverla lui. Detto questo, mi sembra che qualcuno sia contro la casta a giorni alterni. La collega grillina poteva fare la fila alla Asl o passare da un consultorio, come tutti i comuni mortali. Perché non l'ha fatto? Perché preferisce l'ambulatorio interno?».
Una domanda a cui prova a rispondere lo stesso esponente socialista, immaginando una giustificazione per la grillina che ha voluto indulgere nella comodità del servizio medico offerto dalla Camera. «Se il tutto è accaduto a Montecitorio - osserva Barani - alla fine la deputata forse aveva ragione a rivolgersi all'ambulatorio per ragioni di urgenza, perché dovendo votare non poteva essere distolta dai suoi compiti istituzionali». Dubbi sulla coerenza anticasta a parte, l'episodio, ammette Barani, «ha reso i parlamentari M5S più simpatici ai miei occhi.
Mi sono chiesto a lungo come passassero il loro tempo alla Camera, e finalmente ho avuto la risposta. Sono umani anche loro, hanno pulsioni che io condivido, e ci mancherebbe. Però, se posso permettermi, stiano più attenti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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