Pubblichiamo alcuni stralci del nuovo libro sui padri nobili del Carroccio del professor Stefano Bruno Galli «Le radici del federalismo - Viaggio nella storia del fenomeno Lega» (Università Bocconi Editore). I brani sono tratti dal capitolo «Un cantone chiamato Padania».
Nell'autunno del 2010, una sgradevole e forzata polemica televisiva ha portato alla ribalta il pensiero di Miglio relativamente alla Questione meridionale. (...) In un'intervista del 1999 il professore al Giornale aveva affermato: «Io sono per il mantenimento della mafia e della 'ndrangheta. Il Sud deve darsi uno statuto poggiante sulla personalità del comando (...)». Gianfranco Miglio ragionava da giurista e, dunque, cercava di capire dove risiedesse davvero la sovranità, chi ne fosse il titolare esclusivo. Rispetto alla Questione meridionale, si trovava di fronte a una sorta di sovranità «compartecipata» tra lo Stato e l'anti-Stato, che in talune e frequenti circostanze si sostituisce in tutto e per tutto al primo (fa i suoi concorsi, i suoi appalti e seleziona la sua classe dirigente e la sua classe politica ecc.), esercitando il proprio potere che è autenticamente «politico».
L'auspicio di Miglio (...) al di là della provocazione (...) altro non era che la penetrante intuizione dello sviluppo obbligato di un percorso storico consolidato. (...) Nel superamento della legalità dello Stato risiede la dinamica dell'obbligazione politica (...). Per contro, la Questione settentrionale proprio in quanto tale rappresenta specularmente il contratto-scambio non mai onorato dallo Stato centrale. (...)
Nella primavera del 1789, l'abate Joseph Emmanuel Sieyès nel cuore del dibattito che avrebbe portato alla prima seduta degli Stati generali pubblicò Che cos'è il Terzo stato?, noto e aggressivo pamphlet, che diede coscienza politica a quell'ordine sociale che avrebbe poi fatto la Rivoluzione. (...) Il Terzo stato lui e solo lui è la nazione francese, perché si tratta di quella parte di Francia che lavora, produce e paga le tasse. (...) Per Gianfranco Miglio, l'abate Sieyès è stato uno dei più grandi tecnici del costituzionalismo che l'Occidente abbia mai avuto. E si può dire che dietro la sua lettura della Questione settentrionale e la sua idea di Padania comunità di destino, in quanto cantone di un futuro Stato federale basato sulla divisione della Penisola in tre grandi macroregioni (Repubblica federale del Nord, dell'Etruria e del Sud) (...) ci sia un approccio à la Sieyès. (...) Parafrasando l'abate di Frejus: Cos'è la Padania? Tutto; Cos'è stata sinora? Niente; Cosa aspira a diventare? Qualcosa.
C'è un vecchio manifesto della Lega Nord (...) in cui è raffigurata una gallina intenta a produrre delle uova d'oro che vanno in una cesta sorretta da una matrona romana. (...) Il sociologo torinese Luca Ricolfi ha recentemente dimostrato che, ogni anno, le regioni settentrionali (Piemonte, Lombardia e Veneto) che producono circa il sessanta per cento del Pil staccano un assegno di oltre cinquanta miliardi di euro a beneficio del resto del Paese. In tal senso si spiega il ricorso all'arma dello sciopero fiscale, un'azione di disubbidienza civile così come la spiegò Thoreau legittima di fronte alla realtà delle cose; anzi, un vero e proprio dovere morale.
Il vocabolo «disobbedienza» indica un comportamento indirizzato a disattendere degli obblighi ai quali, almeno formalmente, si dovrebbe invece ottemperare. Questo comportamento (...) vuole far capire che l'obbedienza passiva non è virtù di uomini liberi, e che quando le istituzioni (...) non garantiscono i diritti dei cittadini (...) non obbedire diventa un dovere morale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.