Basta con la sindrome Nimby, dall’acronimo inglese Not in my back yard, non nel mio giardino, sulle grandi opere pubbliche di interesse strategico come il Ponte sullo Stretto. Il Tribunale delle Imprese di Roma ha dichiarato inammissibile il ricorso dei 104 cittadini che avevano mosso un'azione inibitoria collettiva contro la Stretto di Messina Spa, in quanto non vi è ancora un progetto definitivo. È quanto rivelano alle agenzie di stampa alcune fonti legali. Ai 104 cittadini se ne erano contrapposti 139 (originariamente 140) a favore del Ponte, il cui intervento è a sua volta stato dichiarato inammissibile.
I cittadini chiedevano di accertare "la responsabilità della società e il danno ingiusto causato per la violazione del dovere di diligenza, correttezza e buona fede proseguendo nell'attività per la realizzazione del ponte sullo Stretto, nonostante l'opera non abbia alcun reale interesse strategico e non è fattibile sotto i profili ambientali, strutturali ed economici".
L’inizio dei cantieri per il Ponte sullo Stretto - la cui copertura finanziaria da 13,5 miliardi è già garantita dall’ultima manovra di bilancio - è atteso tra pochi mesi dopo l’ok della Commissione di Valutazione di impatto ambientale e della Conferenza dei Servizi appena prima di Natale. Mentre il progetto definitivo con il piano economico-finanziario è in preparazione in attesa del Cipess - il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile presieduto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni - che tra febbraio e marzo dovrebbe dare la propria approvazione definitiva.
Ma oltre alla class action bocciata oggi ci sono altri quattro procedimenti in corso legati all'opera. Due vedono contrapposti il consorzio Eurolink e la Parson Transportation alla società Stretto di Messina - il primo con udienza in Corte d'Appello a giugno, il secondo il 20 gennaio prossimo - e i due ricorsi al Tar del Lazio presentati rispettivamente da Legambiente, Lipu e Wwf Italia e dai comuni di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, entrambi contro il parere favorevole con prescrizioni sulla Valutazione d'impatto ambientale (Via). Per quest’ultimo ricorso è attesa un’udienza già il 14 gennaio.
Una volta archiviati i procedimenti giudiziari partiranno i lavori, con le operazioni propedeutiche alla cantierizzazione, la risoluzione delle interferenze, la bonifica dei territori da ordigni bellici, essendo entrambe le sponde state
bombardate nel '43, fino alle conclusive indagini archeologiche, geognostiche e geotecniche. Se ne parla a fine 2025, con un’apertura definitiva del Ponte al traffico stradale e ferroviario, secondo le previsioni, entro il 2032.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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