"Un porto subito". Le Ong a ridosso dei confini italiani: è partito il pressing

Con oltre 500 migranti a bordo, le navi Ong si sono posizionate a ridosso del confine marittimo italiano e pretendono un porto

"Un porto subito". Le Ong a ridosso dei confini italiani: è partito il pressing

Terminata la ricerca di migranti, ora che le due navi maggiori in mare hanno raggiunto la piena capacità, hanno ripreso a premere contro i confini europei, ma soprattutto italiani, per avere un porto. Sembra che abbiano quasi trovato un accordo su dove posizionarsi per spingere con maggiore efficacia. Dai loro profili social e tramite note ufficiali, le Ong ora alzano la voce e pretendono che Italia o Malta aprano loro un porto per lo sbarco, dopo aver trascorso giorni e giorni in mare, con i migranti a bordo, a "pattugliare" le acque internazionali davanti alle coste libiche senza avere l'intenzione di toccare terra. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al termine dell'incontro a Vienna con il suo omologo austriaco Alexander Schallenberg, ha sottolineato "la necessità di stabilità nei Balcani e che anche le Ong rispettino le regole".

Per organizzazioni che dichiarano di avere l'obiettivo esclusivo di salvare vite umane, è quanto meno straniante il fatto che abbiano scientemente deciso di costringere centinaia di persone a stare altri giorni in mare dopo il recupero. Che abbiano scelto di continuare la navigazione senza meta, senza offrire loro la possibilità di entrare in un porto, considerando che secondo la loro definizione si tratta di naufraghi. Ora, la Geo Barents e la Humanity 1 viaggiano con oltre 250 migranti ognuna a bordo, mentre altri 33 si trovano a bordo della Louise Michel. E chiedono "un porto subito". Anzi, pretendono lo sbarco immediato.

Ieri sera, Malta e Italia hanno effettuato una evacuazione medica ciascuno. Il nostro Paese si è fatto carico di Fatima, la donna che ha partorito a bordo della Geo Barents, insieme ai 4 figli, compreso il neonato. Malta, invece, ha preso una 18enne al nono mese di gravidanza. È probabile siano loro le due donne in gravidanza recuperate dalla Geo Barents il 6 dicembre mattina, per le quali non è stata immediatamente chiesta l'evacuazione medica da parte della Ong. La nave ha aspettato un altro giorno prima di allontanarsi dalle coste libiche, nonostante fosse evidente la necessità di cure mediche delle due donne, considerando l'avanzato stato della gravidanza.

In queste ore, la nave Humanity 1 sta costeggiando le acque territoriali italiane al confine orientale della Sicilia, navigando in direzione nord a circa 10 miglia dal confine marittimo italiano. La Geo Barents, invece, ha scelto di fermarsi coi motori al minimo in un punto più o meno equidistante da Lampedusa e da Malta. Ancora diversa la posizione presa dalla Louise Michel, che in questo momento naviga sotto le 5 miglia dal confine meridionale di Lampedusa. "Dopo 5 soccorsi in 2 giorni, 33 persone a bordo del Louise Michel e 261 sull'Humanity1, sono in attesa di un porto sicuro.

Un salvataggio è completato solo quando tutti i sopravvissuti possono lasciare la nave in un luogo sicuro. Abbiamo bisogno di un porto sicuro adesso!", si legge in un tweet della Ong finanziata dall'artista Bansky.

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