Più di 1,5 milioni di euro restituiti dai parlamentari M5S nei primi 75 giorni di legislatura, ligi all'impegno preso dal leader Beppe Grillo («Restituiremo quel che non serve della diaria, chi non ci sta è fuori»), non senza diversi mal di pancia sul quantum di diaria da tenere, poi rientrati. Un bel risparmio di soldi pubblici. Ma è talmente generoso il Parlamento italiano coi suoi senatori e deputati, che anche con gli «avanzi» i parlamentari M5S si sono pagati parecchie spese. Il rendiconto - anche qui, nota di merito per i grillini - lo pubblicano loro stessi sul sito dei gruppi, piuttosto dettagliato. Si scoprono così, tra i noleggi di biciclette, la pizza coi colleghi e i rimborsi del bus, anche uscite più consistenti.
Come quelle di Marta Grande, giovane deputata M5S, finita sui giornali per le polemiche sulle lauree vantate nel suo curriculum. Ebbene, la Grande dichiara nel suo rendiconto di aver speso, per il periodo marzo-aprile, 12.912,92 euro, e di averne restituiti 2.692,38. A far lievitare il bilancio della deputata è quasi interamente l'affitto di casa a Roma (anche se lei è di Civitavecchia, 1h di treno). Alla voce «alloggio» si legge infatti 12.365,42 euro per marzo-aprile. A maggio la spesa si riduce, ma non diventa bassa: 1.800 euro di affitto (il canone per un bilocale nel centro storico della Capitale). E, sempre a maggio, si aggiungono 2.178 euro per «Spese Alloggio Iniziali (Albergo - Caparre - costi di Agenzia immob.)», che quindi erano escluse dal megaconto di marzo-aprile, e poi 2.197,36 di spese «varie».
Il deputato Antonio Ferraresi invece, sempre per «alloggio», spende 1.150 euro a marzo-aprile, e 2.512,50 a maggio (a cui aggiungere 3.690,00, per entrambi i periodi, per «Collaboratori e spese ufficio»). Si superano abbondantemente i mille euro mensili di affitto per molti altri parlamentari grillini (il deputato Nicolò Romano paga 1600 euro, la Rostellato 1300 euro, la deputata Terzoni più di 1.700 euro, il senatore Giarrusso 1.640 euro, più 740 euro per «allestimento appartamento-accessori» e 440 euro per «allestimento appartamento-materiali consumo»). Si direbbe che il progetto iniziale di dividere le case in due o tre, per risparmiare soldi pubblici, sia stato accantonato (come fu per i leghisti vent'anni fa).
Altre spese talvolta fuori dallo standard grillino riguardano il vitto. A Roma, in zona Camera, i ristoranti non sono economici. Si spiegano così i 1.312,08 euro spesi per «vitto» da Roberto Fico, presidente della Vigilanza Rai, nel mese di maggio, più i 1.152,99 di marzo-aprile? Più dietetico il vitto di Paola Taverna, capogruppo M5S al Senato, che a maggio ha speso per pranzi e cene 828 euro. Il senatore Fabrizio Bocchino ha speso tra marzo e aprile 1.814,70 per «Abbigliamento e lavanderia» più 848 euro per «Taxi/Trasporti/Telefono», mentre 234 euro li ha spesi Giarrusso per far pulire il suo appartamento a maggio. La senatrice Laura Bottici, che spende 2mila euro di alloggio, si è comprata un computer (999 euro) per lavorare meglio, mentre Maurizio Buccarella mette tra le spese il «linea Internet a casa» (154 euro) e la benzina spesa con la sua auto. Chi ha un qualche ruolo, ma spesso anche chi non ce l'ha, si fa aiutare da collaboratori. Alessandro Di Battista, vicepresidente della Esteri: 3.618 euro a maggio per «Collaboratori e spese ufficio». In totale il M5S alla Camera ha speso, da marzo ad agosto, per i suoi collaboratori e dipendenti, 623mila euro. Su un bilancio che si compone di 2,2 milioni di finanziamento dalla Camera e 664.557 euro di spese, per un avanzo di 1,6milioni. Anche al Senato la voce di spesa più alta è per i 26 dipendenti più 2 collaboratori. Tra cui - scrive L'Espresso -, come aiutante della senatrice Barbara Lezzi, la figlia del suo fidanzato («lo hanno fatto tanti di noi»).
Intanto, arrivano dettagli - stavolta dalla Procura di Bologna -, sulle spese pazze dei consiglieri regionali in Emilia Romagna. E si scopre che i due consiglieri M5S hanno fatto fuori in cene, a testa, 9mila euro. Più dei consiglieri Pd (6mila euro).
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