Primarie, il centrodestra scalda i motori

Martedi si riunirà il tavolo per discutere le regole delle primarie del centrodestra. Saranno uno scontro per scegliere il prossimo leader del Pdl e un modo per confrontarsi GUARDA IL VIDEOMESSAGGIO DI BERLUSCONI

Primarie, il centrodestra scalda i motori

A ventiquattro ore dall'annuncio di Berlusconi il centrodestra è in già fibrillazione in vista delle primarie che decideranno il nome del nuovo leader. Primo passo, le regole: martedì 30 ottobre, in via dell’Umiltà, si riunirà un tavolo. All’ordine del giorno il regolamento per lo svolgimento della consultazione popolare. Il responsabile internet del Pdl, Antonio Palmieri, scrive su Twitter: "Siamo pronti per il voto online sicuro alle primarie Pdl. Una novità interessante. Chi deciderà le regole valuterà la possibilità. I nostri spazi online - assicura - daranno conto delle primarie Pdl, in modo che ciascuno abbia modo di seguire e di partecipare". Ma non si tratta solo di scegliere un nome. Le primarie, infatti, saranno anche di programma.

I primi candidati sono Daniela Santanchè e Giancarlo Galan. Tutti considerano già candidato il segretario del Pdl, Angelino Alfano, che ha già ricevuto diverse indicazioni di voto (La Russa, Gasparri e Frattini). Anche Stefania Craxi ha fatto sapere che se "le primarie saranno vere" lei si candiderà.

"Le primarie nel Pdl saranno un bagno di grande democrazia, di grande fair play, un confronto tra coloro che si riconoscono tutti sotto una stessa bandiera", ha detto Alfano, a Trapani, incontrando i giornalisti. Alfano ha aggiunto che è "indispensabile mettere da parte gli egoismi e le visioni di piccolo cabotaggio per rifondare il centrodestra e impedire che il centrosinistra vinca". Per quanto riguarda le alleanze il segretario del Pdl fa sapere che se ne parlerà dopo il 16 dicembre, data delle primarie: "Il Pdl è un pilastro fondamentale della politica italiana, se continuerà a crescere torneremo forti. E a quel punto ragioneremo di alleanze".

Qualcuno aveva ipotizzato la candidatura di Gianni Alemanno. Il diretto interessato, però, mette le mani avanti: "Io faccio il sindaco di Roma, non so se ne avete sentito parlare. E non mi dimetto". E Roberto Formigoni si candiderà? "Me lo stanno chiedendo tutti - dice il governatore della Lombardia -. Al momento devo continuare un lavoro in regione, poi ci penserò. Nelle prossime settimane mi porrò anche il problema se parteciperò o meno alle primarie".

Santanchè e i moderati

"Le primarie mi sembrano la scelta migliore - dice la Santanchè -. Io ho combattuto per le primarie e adesso sono assolutamente candidata. Avanti e vinca il migliore. Io non credo a un Berlusconi stanco, ma esausto per quello che stava succedendo a quanto da lui creato. Esausto sotto questo punto di vista". E sull’agenda Monti aggiunge: "Mi differenzierò proprio in questo; basta con Monti. Le famiglie e le imprese non vogliono farsi strozzare da un’Europa mai nata e da un governo che pone solo tasse. Io sono contro tutto questo. Sono contro i soldi nella politica, sono contro ad andare col cappello in mano da Casini. Non sono d’accordo con la convinzione che in Italia ci siano tanti moderati. In giro vedo degli incazzati e non dei moderati". Intanto, in un'intervista all'Huffington Post, la Santanchè fa sapere che ha già un simbolo: la mela. "Perché da lì inizia tutto". E uno slogan scioglilingua: "Me-la mangio, me-la voto".

Alessandra Mussolini

Ci saranno anche altre donne in campo? Alessandra Mussolini dice che ci sta pensando "perché ci sono temi che non sono mai stati toccati e che vanno messi in agenda, come quello dell’infanzia e le emergenze che riguardano le donne (violenza, lavoro). Quello delle primarie è un aspetto a me congeniale..." e definisce "una scelta saggia" quella di Berlusconi, che "rimette in moto tutto un meccanismo partecipativo" che porterà "linfa vitale per il futuro
del partito".

Galan: non mi fido dei liberali dell'ultima ora

"Mi candido - dice Galan - perché per me il ’94 non è un numero ma un programma politico. Mi candido perché ormai non c’è altra strada possibile che quella della rivoluzione liberale. Mi candido perché c’è bisogno di confronto, di un profondo confronto tematico sulle linee programmatiche. Mi candido perché non mi fido di quella schiera di liberali dell’ultimora, anche nel Pdl". L'ex ministro dei Beni Culturali (ed ex governatore del Veneto) si pone anche una domanda: "Perchè il centrodestra non ha portato in Italia quel vento liberale che avrebbe dovuto portare? Forse era sbagliata l’idea? No, erano sbagliati, in alcuni casi sbagliatissimi, gli uomini. Non solo perchè in alcuni casi avevano delle facce impresentabili ma, prima ancora, per le idee che avevano. Anzi, che non avevano, e che, comunque, non erano idee liberali.

È legittimo non credere nel pensiero liberale. Non è legittimo dirsi liberali e poi non crederci. Questo è accaduto per molti dirigenti del Pdl e accadrà a molti che si presenteranno come candidati alle primarie. Meno spesa pubblica e meno tasse".

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