Archiviato il dibattito fra i candidati del centrosinistra alle primarie, è tempo di tirare le somme. Molto positivo il giudizio espresso dal Wall Street Journal, a conferma che anche all'estero si segue la politica italiana: "Nessuna data è stata fissata per le elezioni e le regole del voto non sono state ancora decise. Inoltre molti partiti non hanno ancora un candidato o una piattaforma. Eppure - scrive il Wall Street Journal - la campagna elettorale è entrata nel vivo lunedì sera in stile Usa, con un dibattito televisivo in prima serata tra i cinque politici che corrono per la candidatura a primo ministro per il centrosinistra". Poi una stoccata impietosa: "I politici italiani non sono estranei al prime time televisivo, ma sono soliti combattere in Tv, non dibattere".
Il confronto tra i cinque candidati, che ha fatto registrare uno share lusinghiero, pari al 6,22% (Sky + Cielo), pari a quasi 1,9 milioni di spettatori in media, è stato molto commentato anche su Twitter da parte di giornalisti, opinionisti, politici e comuni cittadini desiderosi di far sentire la propria idea. Si è creato, così, un dibattito parallelo (un dibattito nel dibattito). Il tam-tam su Twitter è letteralmente impazzito sul nome storpiato da una ragazza, una simpatizzante di Vendola che, intervenuta per fare una domanda a uno dei candidati (guarda il video), ha fatto riferimento a Oscar Giannetto, sbagliando il nome del giornalista Giannino, leader del movimento Fermare il declino. Nel giro di poche ore erano stati creati diversi profili su Giannetto ed era difficile tenere il conto delle battute, più o meno riuscite. In men che non si dica Oscar Giannetto è sbarcato anche su Facebook con una sua pagina ad hoc e tantissimi fan.
Alla fine chi ha vinto - e chi ha perso - il confronto in diretta tv? Le opinione sono le più svariate. Bersani e Renzi sono stati i più "graditi". Ma questo si sapeva già. La sfida, in fondo, è tra loro due. Nicola Piepoli e Renato Mannheimer incoronano Bersani paragonandolo addirittura a François Mitterand e alla sua "forza tranquilla" (per citare un vecchio slogan del presidente socialista francese). Anche Luca Comodo, direttore del dipartimento politico di Ipsos, concorda sulla "solidità di Bersani". Queste le stime dell'Istituto Piepoli: "Bersani ha vinto dal punto di vista delle intenzioni di voto verificate successivamente al confronto, con il 40-41%, contro il 35-36% del sindaco di Firenze. Vendola è finito grosso modo a un 15%. Gli altri due sono stati sicuramente meno brillanti, e hanno raccolto meno del 10% dei consensi".
Sostanziale pareggio tra Renzi e Bersani anche secondo l’analisi di Blogmeter, che spiega come "le opinioni espresse nei loro confronti raccolgono il maggior numero di messaggi positivi con Renzi che raggiunge il 55%, Bersani il 54%". "I picchi principali di discussione si sono avuti in tre momenti: il primo quando i candidati sono stati invitati a
rivolgersi a Marchionne, il secondo quando Bersani e Vendola hanno citato rispettivamente Papa Giovanni e il Cardinal Martini come figure di riferimento della sinistra, il terzo durante gli appelli conclusivi". Nell’arco della giornata di ieri il volume totale dei tweet sul dibattito è stato pari a 147.162, il 67% dei quali contiene almeno uno dei due hashtag principali utilizzati per aggregare le discussioni: #ilconfrontoskytg24 e #csxfactor.
Tra quelli che non si sono persi il dibattito in tv c'è anche Silvio Berlusconi. Lo rivela Vittorio Sgarbi. Ospite di Cristina Parodi Live su La7, il critico d'arte racconta di averlo seguito con il Cavaliere: "A Berlusconi è piaciuto Renzi e a tratti la Puppato". Sgarbi ha detto poi che secondo l'ex premier "Bersani ha perso perché nonostante sia il capo del partito, non si è dimostrato tale". Ancora qualche giorno e conosceremo il responso degli elettori di centrosinistra.
Si fa sentire anche Pierferdinando Casini, da cui ieri tutti i candidati hanno preso le distanze: "Il dibattito è legittimo per un grande partito che fa le primarie, ma dai toni e dagli accenti che ho sentito traggo motivi di preoccupazione e meditazione".
Pesante l'accusa che Laura Puppato, intervenuta in videochat sul Corriere.it, rivolge a Renzi: "Riceveva costantemente messaggi nel telefonino", racconta la consigliere regionale veneta del Pd. Poi affonda il colpo: "È un po' teleguidato questo ragazzo. Nessun altro di noi si era portato il telefono...". Finalmente si torna a respirare l'odore dello scontro e i colpi bassi.
Tra un Papa e un cardinale citati nell'ipotetico Pantheon della sinistra, e tutti d'amore e d'accordo su quasi ogni cosa, sembrava (proprio) un reality show. Invece, come ci insegnano gli Stati Uniti, le primarie sono soprattutto una battaglia. Non una gara a chi fa complimenti all'avversario.
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