Almeno lui pare che se le sia pagate di tasca propria. Ma nell'inchiesta sulla Lega spuntano altri titoli di studio conquistati in modo spensierato: sono quelli del personaggio chiave dell'indagine, l'ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito. Sui criteri che portarono i vertici del partito di Bossi a scegliere proprio Belsito come cassiere del movimento i magistrati di Milano e di Reggio Calabria si stanno interrogando fin dall'inizio, perché negli atti della vicenda non c'è alcuna traccia di competenze specifiche in termini di amministrazione e finanza da parte del vulcanico parlamentare padano. E questi dubbi sono stati rafforzati dalla analisi del percorso di studi di Belsito.
Alla domanda di rito sui titoli di studio posseduti, che viene fatta all'inizio di ogni interrogatorio, Belsito avrebbe risposto di avere un diploma in ragioneria. Approfondendo il tema però gli inquirenti hanno accertato che il titolo sarebbe stato conseguito presso un istituto privato di Frattamaggiore, di dubbia attendibilità e fallito da tempo. Ancora più interessanti sono i passaggi successivi, perchè pare che Belsito abbia voluto anche lui conquistare a tutti i costi il titolo di dottore: laurea conseguita on line presso una non meglio precisata Università John Kennedy. Corso di laurea in scienze politiche.
Nonostante questo curriculum di studi non troppo impressionante, Belsito venne designato alla morte del tesoriere leghista Balocchi a gestire il robusto patrimonio di liquidità della Lega.
E le indagini hanno accertato che la libertà di movimento lasciata a Belsito era decisamente ampia, visto che gli veniva consentito di riferire ai vertici solo sulle linee generali delle spese e degli investimenti, senza fornire rendiconti. Perchè tanto potere e tanta autonomia? E' questa una delle risposte cui il lavoro sotto traccia che gli inquirenti stanno proseguendo in questi giorni sta cercando di trovare risposte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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