Rapito Charlie, pony bonsai che vale come la Gioconda

È il cavallo più piccolo del mondo, paragonabile a un cane di grossa taglia Praticamente invendibile per la sua unicità: misura 60 centimetri al garrese

Rapito Charlie, pony bonsai che vale come la Gioconda

Hanno rubato una sorta di Gioconda, un'opera della natura invendibile per la sua unicità. Giovedì sera, Bartolo Messina, personaggio molto famoso nel campo di chi ama le manifestazioni ippiche, ha «parcheggiato» i suoi cavalli nell'ambiente loro riservato in occasione della Mostra Nazionale del Cavallo, a Città di Castello (Perugia) giunta alla sua quarantasettesima edizione.

Tra i cavalli di Messina, ce n'è uno, noto in tutto il mondo, per essere il più piccolo pony esistente. Si chiama Charlie ed è alto poco più di 60 centimetri al garrese. Per chi non fosse proprio del mestiere lo si può paragonare a un cane di grossa taglia, ma niente a che fare con un vero e proprio cavallo e neanche con i classici pony che misurano oltre tre volte.

Il pony, può essere infatti ufficialmente definito tale, se misura 148 - 149 centimetri al garrese, ma questo assunto non è tale per tutte le nazioni. Vi sono pony infatti che, pur misurando 140 - 150 centimetri, sono considerati a tutti gli effetti dei cavalli.

In Australia sono noti come Galloway e possono partecipare a competizioni ufficiali. Quando però si tratta di poco più di mezzo metro d'altezza, allora si è davanti a un fenomeno rarissimo e tale è Charlie, talmente raro da essere entrato nel Guinness dei primati come il più piccolo pony esistente.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, giovedì sera, mentre i cavalli riposavano nell'attesa della prima giornata di mostra, qualcuno, eludendo la sicurezza posta a guardia degli animali, è riuscito a tranciare la recinzione, impossessarsi di Charlie e trasportarlo chissà dove attraverso l'adiacente campo di tabacco dove sono ancora visibile le sue orme. Sull'accaduto stanno indagando i carabinieri, avvertiti dallo stesso Bartolo, ma si fa strada l'ipotesi che, a rubare Charlie, sia stato uno del mestiere, non certo uno sprovveduto che passava là per caso. C'è stata quasi certamente una precisa organizzazione del furto, portato a termine nel momento giusto e nel posto migliore per allontanarsi indisturbati. «Non avrei mai immaginato di dover scrivere questa cosa, purtroppo è successa e io mi sento svuotato, violentato, distrutto», ha scritto Bartolo dopo il furto sulla sua pagina Facebook, chiedendo a chiunque abbia notizie di contattarlo. Il problema è che io stesso ho avuto grosse difficoltà nel mettermi in contatto, in quanto manca un numero telefonico che, in un caso del genere, magari poteva anche essere messo a disposizione dall'organizzazione stessa della mostra. Insomma una sorta di Chi l'ha visto, anche se qui non si tratta di avere smarrito la strada o perso la memoria, ma del furto di persone scaltre ed efficienti per questo genere di crimine.

Un elogio ai vigili urbani di Città di Castello che mi hanno aiutato a parlare con persone a conoscenza dei fatti, per informare i nostri lettori su quanto accaduto. Nel caso avessero informazioni o sospetti conviene chiamare il numero dei carabinieri», (075 - 8627800).

Nel frattempo il popolo di

Facebook si è scatenato ed è partita la solidarietà di tutti quelli che hanno a cuore la sorte del cavallino. «Portiamolo a casa», è il grido unanime. Ci aggiungiamo anche noi. «Forza Charlie, facciamo tutti il tifo per te».

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