Dopo il polverone, la retromarcia. In qualità di sindaco di Torino, Piero Fassino avrebbe dovuto sposare Nicola D'Amore, ex brigatista che ha finito di scontare la sua pena nel 2000 e che da 12 anni è un uomo libero. Che male c'è a sposare un uomo con i documenti in regola, per quanto con un passato difficile e controverso? Lo stesso Fassino, parlando degli anni '70 durante un convegno aveva annunciato che avrebbe officiato il matrimonio per dimostrare come tutti possano riabilitarsi, anche gli ex terroristi.
La decisione ha scatenato un putiferio, a partire dalla vedova e dalla figlia di Pietro Coggiola ucciso da D'Amore: "Siamo allibiti. Senza parole", dice la famiglia Coggiola, a cui l'ex brigatista non ha mai chiesto perdono: "Sarebbe un gesto strumentale", spiega a Repubblica il terrorista che fu condannato a 21 anni per l'omicidio del capo-officina della Lancia di Chivasso il 28 settembre del 1978. Alla fine degli anni '80 gli venne concessa la semilibertà, ma fu condannato nuovamente nel 1996 per una rapina a mano armata in un ufficio postale di Torino. Tornato in carcere, ne è uscito da uomo libero nel 2000 e da allora non ha più avuto problemi con la giustizia.
"L’idea di essere sposati dal sindaco è diventata un’altra cosa, il simbolo del mio cambiamento: ora sono una persona diversa, che accetta le istituzioni, perfino il matrimonio", spiega oggi D'Amore. Pressato dalle polemiche, però, il sindaco del Pd, in accordo con D'Amore, rinuncia a sposare l'ex brigatista per non "innovare un dolore atroce"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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