Il governatore Giovanni Toti è ai domiciliari dallo scorso 7 maggio e di recente ha ricevuto un secondo avviso di garanzia che, come spiegato dal suo avvocato, non prolunga i tempi della custodia cautelare. I termini per il rilascio scadono lo prossimo novembre per il governatore, che finora si è visto revocare tutte le richieste di rimessa in libertà. Le pressioni per le dimissioni sono sempre più forti nei suoi confronti ma il presidente della Regione Liguria, finora, tramite i suoi avvocati, ha rivendicato la volontà di rimanere al suo posto. Tuttavia, il suo avvocato ha ora aperto alla possibilità che il governatore possa lasciare il suo incarico.
"Stiamo facendo una riflessione anche su come gestire l'ipotesi di dimissioni, da questo punto di vista la settimana prossima sarà probabilmente abbastanza cruciale", ha detto a La Presse Stefano Savi, legale di Toti. La dimissione agevolerebbe la strada per la revoca degli arresti domiciliari, in quanto verrebbe a mancare uno degli impianti su cui si basano le misure cautelari, quello del ruolo amministrativo pubblico. Alcune fonti in Liguria riportate da LaPresse rivelano che sarebbe nell'aria la richiesta della procura di giudizio immediato che, per legge, deve avvenire a misura cautelare in atto.
"Toccherà a Giovanni Toti decidere, ma mi pare molto severa la decisione di infliggere gli arresti domiciliari se Toti non dovesse dimettersi", ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a "Non stop news" su Rtl 102.5. Nel caso in cui questo avvenisse, ha detto ancora il vicepremier, "siamo pronti ad avviare una campagna elettorale per continuare a governare, in barba a chi volesse sfruttare" la situazione. Ospite di Zona Bianca, il ministro degli Esteri ha anche commentato il caso giudiziario, spiegando che sulla questione "sono un garantista, quindi penso che debba sempre essere la magistratura a dimostrare la colpevolezza di una persona".
Una posizione che rispecchia quella del ministro Carlo Nordio. Tajani, poi, ha aggiunto: "Non ho visto cose straordinarie nelle accuse, mi sembra più un messaggio 'o ti dimetti o non ti tolgo i domiciliari'". Ora il governatore dovrà fare tutte le valutazioni del caso insieme ai suoi avvocati, capire come può muoversi e quali possono essere le alternative. Il ministro della Giustizia, sulla questione, è stato molto chiaro: "Il pm ha il diritto e soprattutto il dovere di proseguire le sue indagini.
L'amministratore e il politico ha il diritto e soprattutto il dovere di restare al suo posto fino alla sentenza definitiva, altrimenti non tradisce se stesso, tradisce il popolo che gli da ha dato il voto e, se dovesse dimettersi, significherebbe che subordinerebbe la volontà popolare a un'indagine che un domani può anche rivelarsi infondata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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