Silvio Berlusconi schiaccia l'acceleratore sulle riforme. "Siamo qui per portare avanti una nostra voglia di governabilità, che non c’è nel Paese con gli attuali assetti". Mentre Beppe Grillo e Matteo Renzi si fanno le moine e bisticciano in un estenuante gioco delle parti che rischia di non portare da nessuna parte, il leader di Forza Italia presenta la proposta di referendum sull'elezione diretta del presidente della Repubblica: "Abbiamo un capo dello Stato che è passato al di la della sua funzione prevista dalla Costituzione, un passaggio che è diventato fisiologico, anzi patologico per noi".
Il dibattito sulle riforme è aperto. E, mentre Renzi mette al centro la legge elettorale, l'abolizione del Senato e la modifica del titolo V, Berlusconi propone di fare un passo avanti per ottenere anche un giusto bilanciamento dei poteri dello Stato. Un bilanciamento che non impantani l'iter delle leggi come avviene al giorno d'oggi. Perché il pacchetto delle riforme costituzionali venga approvato anche dal governo serve un accordo di massima. Renzi è disponibile a un nuovo incontro con Berlusconi, ma insiste sul fatto che il capogruppo dei senatori azzurri Paolo Romani veda il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi per trovare un punto che vada bene a entrambi. D'altra parte, anche le linee programmatiche dell'abolizione del Senato non sono state ancora delineate. E adesso nella trattativa rientrerà anche il presidenzialismo. "Renzi, il governo e la sinistra accolgano questa nostra proposta, allora noi ripresenteremmo gli emendamenti già presentati - spiega Berlusconi in conferenza stampa - se ci fosse accordo su questi emendamenti, che si possono anche cambiare, si darebbe al Paese un sistema snello". Un accordo per migliorare la governabilità, mantenendo però Forza Italia all'opposizione. Un'opposizione costruttiva sì, ma pur sempre opposizione. Per questo l'accordo deve accontentare entrambe le parti.
Berlusconi parte dall'elezione diretta dell'Uomo del Colle. "Il capo dello Stato non è espressione della volontà dei cittadini, ma viene deciso dopo contrasti e accordi tra i segretari dei partiti, chiusi in una stanza, e a volte di notte. Quindi, con le idee non chiarissime". Non solo. Negli ultimi anni chiunque si sia andato a sedere sullo scranno del Quirinale è finito per travalicare quella funzione attentamente prevista dalla Costituzione. Un vulnus per l'intero Paese che Berlusconi intende sanare una volta per tutte. Lo stesso Renzi ha più volte sottolineato che il sistema semipresidenzialista è un punto di riferimento di larga parte della sinistra. Anche quando Berlusconi gli ha accennato la proposta di riforma, Renzi non ha escluso che si possa aprire un confronto. Per il leader di Forza Italia occorre una "riforma globale" poiché le riforme costituzionali ora all'esame del Senato "da sole non bastano" e "non risolvono i problemi". "Se il parlamento non dovesse accogliere e fare sua la nostra proposta - è l'auspicio del Cavaliere - almeno ci consentano di fare il referendum propositivo di una legge che ora non è previsto dalla Costituzione".
A questo punto la strategia di Forza Italia si svilupperò su tre percorsi paralleli.
In primis la ripresentazione in Senato degli emendamenti per l’elezione diretta del capo dello Stato. Quindi, la presentazione di una proposta di legge costituzionale. Infine, un referendum con cui chiedere ai cittadini se approvano la scelta presidenzialista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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