Nel settore della sanità italiana potrebbe arrivare presto una rivoluzione. Riguarda il sistema dei ticket, dai quali allo stato attuale è esente un italiano su due, che finirebbe in pensione sostituito da un meccanismo a franchigia, in cui ognuno pagherà in base al reddito.
L'idea è del ministro della Salute, Renato Balduzzi, il quale ha annunciato che sta per essere presentata una "proposta compiuta". Con il nuovo sistema, si potrebbe "potenziare l'equità nel campo della compartecipazione" alla spesa da parte dei cittadini, perché ciascuno pagherebbe "fino a una certa soglia, modulata sul reddito" superata la quale il servizio sanitario si farebbe "carico di tutto", ha spiegato Balduzzi.
Il ticket, introdotto nel 1982 per il pagamento di farmaci, visite specialistiche, analisi e ricoveri al Pronto soccorso, ha un costo annuo che si aggira sui 4 miliardi di euro, che potrebbero diventare 6 nel 2014. Con il meccanismo a franchigia dovrebbe essere introdotta una soglia al 3 per mille del reddito lordo.
Ad esempio un pensionato con un reddito lordo di 10mila euro dovrebbe pagare fino a un massimo di 30 euro. Oltre questa cifra qualsiasi prestazione sanitaria sarà gratuita. Per chi invece arriva a un reddito annuo pari a 100mila euro ci sarà una franchigia più alta, intorno a 300 euro.
La franchigia dovrebbe valere per l'arco degli ultimi dodici mesi e sarà monitorata da una nuova tessera sanitaria dotata di chip. Con il nuovo sistema scompariranno i vecchi tipi di esenzione (età, invalidità, malattie croniche) e tutti avranno una franchigia basata sul redditto familiare complessivo, che terrà conto del numero dei figli e della consistenza patrimoniale.
Il piano non convince il senatore del Pd, Ignazio Marino: "L'ipotesi di sostituire il sistema dei ticket con una franchigia basata sul reddito è nei fatti un'altra tassa con cui si scaricano le inefficienze del sistema sui cittadini". "La decisione di introdurre una franchigia grava sul paziente che non possiede alcuno strumento per controllare l'efficienza della struttura sanitaria a cui si rivolge".
Contraria anche la Cgil.
La proposta di Balduzzi viene considerata dal segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, e dal responsabile Politiche della salute del sindacato, Stefano Cecconi "una fuga in avanti che azzera la discussione su come rendere più equo l’attuale sistema di compartecipazione alla spesa sanitaria a carico dei cittadini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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