Rodotà attacca, Grillo dà di matto: "Ottuagenario miracolato dalla rete"

Il giurista critica la gestione del M5S. Il comico, dopo averlo candidato al Colle, lo insulta. Ma non lo aveva "sbrinato" lui?

Rodotà attacca, Grillo dà di matto: "Ottuagenario miracolato dalla rete"

Uno dopo l'altro, i candidati del M5S al Quirinale si smarcano da Beppe Grillo, quasi a volersi togliere via di dosso l'etichetta di grillino. Prima è stata Milena Gabanelli a porre dubbi sulla destinazione dei ricavi del blog. Ardire per il quale è stata immediatamente definita "asservita al potere" e "non del tutto libera".

Oggi è il turno di Stefano Rodotà (80 anni proprio oggi), che torna invece a puntare i riflettori sul problema della democrazia interna al MoVimento e al potere totalizzante di Grillo e Casaleggio su cui si basa. "Non bastano più le loro indicazioni", spiega in un'intervista al Corriere l'ex garante della privacy, "Un movimento nato dalla rete, che ha svegliato una cultura politica pigra, una volta entrato in Parlamento deve cambiare tutto. E non può dire ai parlamentari: non dovete elaborare strategie".

Un giudizio politico, quello di Rodotà, che non contesta tanto il movimento in sé, ma come viene gestito dai "padri-fondatori". "Non si può delegare tutto. I parlamentari a 5 Stelle devono avere la libertà di lavorare", sostiene il giurista, secondo cui è sbagliato ad esempio imporre un vincolo di mandato, così come non fare autocritica, soprattutto sull'effetto dilettanti allo sbaraglio che hanno dato i parlamentari grillini all'inizio della legislatura. "Non ho mai creduto al valore dell'inesperienza, che rivendicano come verginità dalle compromissioni. Io ci misi molti mesi a imparare. Il Parlamento richiede competenza. So che stanno cercando di rimediare con bravi consulenti".

E sul flop alle amministrative, non ha dubbi: Grillo e la rete non bastano più. "Faccio una battuta: quando si lavora in Parlamento, non è che di fronte a un emendamento in commissione vado a consultare la rete. Serve un cambiamento di passo", dice Rodotà, "La rete da sola non basta. Non è mai bastata. Guardiamo l'ultima campagna elettorale: Grillo è partito dalla rete, poi ha riempito le piazze reali con lo tsunami tour. Ma ha ricevuto anche un'attenzione continua dalla televisione. Se si vuole sostenere che c'è una discontinuità radicale con il passato non è così: anche per Obama è stato lo stesso. Si parte dalla rete, ma poi si va oltre".

E poteva forse Grillo accettare la critica? Certo che no. A poche ore dalla pubblicazione dell'intervista sul Corriere è arrivata - puntuale - la replica del leader M5S. Da candidato ideale, osannato da tutti, Rodotà è diventato "un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra".

E chi lo aveva "sbrinato" se non Grillo stesso?

Dal canto suo Rodotà replica con stile. A chi gli chiede un commento alle dure parole del comico genovese dice solo: "Non commento, non è nel mio stile".

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