Il regalo di Gualtieri ai romani sui rifiuti: su Tari rischio stangata nel 2023

La Capitale resta sommersa dalla spazzatura. Da quest'anno attraverso la propria controllata Ama, spedirà fuori dai confini 300mila tonnellate, contro le 50mila dello scorso anno. I romani rischiano l'aumento della tassa sui rifiuti, che è già la più alta d'Italia

Il regalo di Gualtieri ai romani sui rifiuti: su Tari rischio stangata nel 2023

La Capitale resta sommersa dalla spazzatura, e i romani rischiano un aumento della Ta.Ri., la temuta tassa sui rifiuti che è già la più alta d'Italia. Da quest’anno Roma, attraverso la propria controllata Ama, manderà infatti sei volte più rifiuti all’estero rispetto al 2022, cioè 300mila tonnellate, contro le 50mila dello scorso anno. Seguirà dunque una spesa ancora più consistente per la municipalizzata, che andrà ad influire ovviamente sul costo della Ta.Ri. Una scelta forzata per la Capitale che purtroppo accusa il peso di una mancanza di organizzazione, progettazione e pianificazione a medio-lungo termine sul fronte ambientale da parte della Regione Lazio, governata dal Pd nel corso di questo ultimo decennio.

Lo ha annunciato il consigliere regionale del Lazio della Lega, Daniele Giannini. Come certifica l’ultimo rapporto Ispra, il Lazio è la regione d’Italia che esporta il maggior numero di rifiuti fuori dai propri confini nazionali. Gli altri invece li manda in Puglia e in Abruzzo.

Per l’ottava volta è stato prorogato l’accordo tra la Pisana e la Regione Abruzzo per il conferimento ed il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti da Roma Capitale, per un quantitativo complessivo di 76 mila e 600 tonnellate. La Regione Lazio pagherà 15 euro a tonnellata, di cui 5 euro a titolo di “compensazione ambientale”.

Ma neanche questo basta per togliere la spazzatura dalle strade di Roma. Addirittura a scaricare il sindaco Roberto Gualtieri è il Pd e persino la Cgil. Che sta facendo girare una cartolina dedicata al primo cittadino, nella quale campeggia una mappa della città divisa per municipi, con foto di cumuli di immondizia allegati a ciascuna delle 15 porzioni in cui è divisa la Capitale.

“Caro sindaco, così non si può andare avanti. Non lo meritano né le lavoratrici e i lavoratori, né le cittadine e i cittadini. Mai più feste così. Noi faremo come sempre la nostra parte - scrivono i lavoratori Cgil - ma chiediamo un cambio di passo nella gestione dell'Ama, più sicurezza, più assunzioni, più mezzi e strumenti per migliorare il nostro lavoro. Le chiediamo di ascoltare chi lavora per affrontare l'emergenza e non vedere mai più la nostra città ridotta così". Per il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola, "lo scorso anno lo scenario era radicalmente diverso grazie ad un piano straordinario di pulizia e ad una strategia condivisa con le organizzazioni di rappresentanza. Quest'anno il Comune ha deciso di non avviare alcun confronto. I risultati sono una città sporca e il peggioramento delle condizioni di lavoro, aggravate dal maltempo di questa notte, con le lavoratrici e i lavoratori che hanno dovuto raccogliere a mano i rifiuti sotto la pioggia. Serve un cambio di passo”.

Altrettanto lamentano i cittadini, invasi da rifiuti e da cinghiali.

Questo disservizio che subiscono i romani è stato riconosciuto persino dalla Corte di Giustizia Tributaria del Lazio che recentemente ha condannato il Comune di Roma a rimborsare la Tari, la tassa sui rifiuti, ai contribuenti. Una quarantina di residenti del quartiere Settebagni, nella periferia Nord, ha chiesto ed ottenuto il rimborso della Tassa sui Rifiuti, pagata nel biennio 2017 e 2018.

La Corte di Giustizia Tributaria del Lazio ha effettivamente riscontrato un disservizio da parte del Comune capitolino nella raccolta dei rifiuti, tanto da dover restituire l’80 per cento della Tari per una somma di oltre 20 mila euro. Il Campidoglio avrà ora 120 giorni di tempo per pagare dopo la notifica della sentenza.

Ma se non si costruiscono immediatamente nuovi impianti, la Capitale continuerà ad essere sommersa dai rifiuti.

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