Sala rimprovera gli imprenditori: "Allargate i cordoni della borsa"

Il sindaco di Milano risponde alle critiche degli industriali prendendosela con questi ultimi. "Non vedo partecipazione, ci diano soluzioni". Ma se la politica latita, non è colpa di chi fa impresa

Sala rimprovera gli imprenditori: "Allargate i cordoni della borsa"

Beppe Sala, talvolta, sembra colto da improvvise crisi d'identità. Come se non ricordasse di essere il sindaco di Milano da ormai sei anni. Gli accade ogni qual volta arrivano critiche alla sua gestione della città. Messo davanti ai reclami su quel che non va all'ombra della Madonnina, il primo cittadino cade dal pero e si stupisce. Poi si indigna e va al contrattacco. Lo ha fatto in queste ore anche nei confronti degli imprenditori di Assolombarda, dopo che il presidente dell'associazione - Alessandro Spada - lo aveva bacchettato dalle pagine del Corriere, parlando di "mancanza di visione" nelle politiche della città.

Assolombarda, le critiche a Sala

"Milano non sia solo week ed eventi, bisogna impostare visioni del futuro, immaginare la città del 2050. Non si può rimanere intrappolati tra vincoli architettonici su uno stadio, limiti di velocità e qualche riga disegnata sulle strade. L'Area B penalizza aziende e lavoratori, va accompagnata a uno sviluppo delle infrastrutture", aveva dichiarato Spada, dando voce al malcontento di chi fa impresa.

Parole destinate a fare il paio con le critiche di chi rimprovera a Sala una gestione superficiale della città, distratta sulle questioni che riguardano la quotidianità dei milanesi. Impallinato dalle rimostranze degli imprenditori, il sindaco non ha esitato a far pervenire la propria replica. "A me sembra che siamo un pò tutti maestri nel fare le analisi e molto meno nel fare le cose. Nell'intervista del presidente di Assolombarda io leggo tanta analisi, non leggo soluzioni", ha contrattaccato l'ex manager passato alla politica.

La replica del sindaco

"In questo momento credo che, nel rispetto del grande ruolo dell'impresa a Milano, non vedo un atteggiamento di partecipazione al vero problema che c'è. È inutile che parlino di Area B, parlino del fatto che c'è una drammatica crescita dell'inflazione e i salari sono quelli che sono. Parlino di questo, ci diano soluzioni su questo, aiutino i cittadini milanesi in difficoltà su questo", ha aggiunto il primo cittadino di Milano, di fatto impugnando il fioretto contro i rappresentanti di quel tessuto industriale che rende il capoluogo lombardo un catalizzatore di opportunità e di profitti (certo, non senza le difficoltà e i limiti legati al momento storico).

Le responsabilità dimenticate dal centrosinistra

"Non è che si devono nascondere dietro l'idea di Area B, facciano la loro parte con generosità, noi siamo tutti capaci. Se queste sono le basi, di cosa dobbiamo parlarci? Di nuovo della visione? La dettino la visione. Ci dicano cosa fare, comincino ad allargare i cordoni della borsa che magari serve per tanti a Milano", ha continuato Beppe Sala, buttando così la palla sugli spalti. Di San Siro, immaginiamo. Così facendo, il sindaco ha evitato di entrare nel merito delle obiezioni mosse dagli imprenditori, rimproverando questi ultimi per essere poco partecipi in un processo risolutivo che in realtà dovrebbe innanzitutto interessare la politica. Le elezioni, in fondo, servono proprio a questo: ad assegnare ai futuri amministratori il compito di trovare le migliori soluzioni da mettere in campo. Stupisce dunque che a sollevare certi rimbrotti sia un sindaco al suo secondo mandato.

Parlando con i giornalisti, Sala ha poi spiegato di avere chiamato qualche mese fa il presidente di Assolombarda per esortarlo su inflazione e salari e chiedere "una dimostrazione di buona volontà" all'associazione. Poi - raccontato - "passa qualche giorno, Spada mi chiama e mi dice 'sai, non è così semplice, non ho trovato grande riscontro'.

E allora siamo tutti bravi a fare le analisi. Ma quando si viene chiamati a fare la propria parte poi bisogna fare la propria parte, scordiamoci che sia solo la politica". D'accordo, ma se la politica è la prima a non fornire le giuste soluzioni, che si fa?

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