La sanità delle cartelle esattoriali

Così come la sinistra tassaiola ci insegna da sempre, persino sul piano del loro tanto decantato diritto alla salute vige, per quanto riguarda qualunque presunta richiesta tributaria, la cosiddetta fine pena mai

La sanità delle cartelle esattoriali
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In Umbria sta scoppiando un vero e proprio putiferio a causa della valanga di perentorie ingiunzioni di pagamento che la Asl1 sta inviando in questi giorni a moltissimi, ignari cittadini. Come è noto, la sinistra è riuscita a strappare la Regione (nella foto la governatrice Stefania Proietti) alla destra proprio cavalcando in modo strumentale il tema della sanità pubblica ed è probabile che gli stessi cittadini soprattutto coloro i quali l'hanno votata - non si aspettavano certamente di ricevere questa vera e propria mazzata tributaria all'inizio del nuovo anno.

Secondo quanto riportato dalla stampa locale, l'operazione punterebbe a «recuperare» oltre due milioni di euro tra codici bianchi di pronto soccorso, sanzioni commerciali, prestazioni prenotate e non effettuate, ricovero di persone straniere, errori di indicazioni nel tipo di esenzione ed errori materiali nella compilazione della richiesta.

Tuttavia, a gestire materialmente la faccenda è stata incaricata una delle tante e parecchio contestate agenzie di riscossione privata - Area srl con sede a Mondovì - che di prassi non usano mezzi termini nella loro forsennata azione di recupero.

Tant'è che le stesse richieste di pagamento termino tutte con la seguente formula: «Si invita, pertanto, a provvedere al versamento di detta somma entro il termine di trenta giorni dalla data della presente, trascorsi i quali verrà attivata la PROCEDURA di RECUPERO COATTIVO (scritto rigorosamente con le maiuscole) del credito». Procedura di recupero coattivo che, in soldoni, si traduce con una rapida incursione sui conti correnti del malcapitati.

Inoltre, la cosa ancora più sconcertante, e che grida vendetta sul piano di un ragionevole rapporto tra la cittadinanza e la mano pubblica, è che per fare cassa gli esattori sanitari umbri stanno risalendo fino all'anno fiscale 2014, ossia oltre dieci anni addietro.

In sostanza, così come la sinistra tassaiola ci insegna da sempre, persino sul piano del loro tanto decantato diritto alla salute vige, per quanto riguarda qualunque presunta richiesta tributaria, la cosiddetta fine pena mai.

Secondo questi geni, ogni contribuente assistito dovrebbe trasformarsi in una sorta di archivio ambulante, custodendo gelosamente in un armadio qualsiasi documento relativo ad una sua precedente visita o ricovero che dir si voglia.

A questo proposito ho raccolto la testimonianza di alcune persone, piuttosto imbufalite per aver ricevuto ingiunzioni precedenti al 2018, che si erano da tempo disfatte delle ricevute di pagamento, immaginando evidentemente di vivere in un sistema fondato su fisco amico, così come sta cercando

di realizzare a livello nazionale il governo di destra.

Per quanto invece riguarda la sinistra Umbria, siamo ancora dentro un ben poco rassicurante modello di fisco nemico a tutto tondo. Altro che chiacchiere e propaganda.

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