Scatta la caccia al tesoretto nei cento conti correnti Pd

In un documento segreto spuntano milioni di euro del partito. Il tesoriere democrat Misiani: "Per noi è tutto regolare"

Scatta la caccia al tesoretto nei cento conti correnti Pd

È il Palio dei veleni e dei sospetti democratici. In un clima sempre più intossicato da polemiche e rivelazioni sulla banca del Pd, la rossa Siena arrossisce di vergogna per le esternazioni dei vertici del partito romano pronti a scaricare ogni responsabilità sui referenti cittadini. Arrossisce soprattutto per la divulgazione carbonara di un documento «rubato» da un alto funzionario Mps nelle segrete stanze di Rocca Salimbeni e girato per conoscenza a chi, in fatto di banche e di banchieri, è sicuramente estraneo: il segretario della Fiamma Tricolore, Luca Romagnoli. Contattato dal Giornale, l'europarlamentare non si tira indietro. E conferma di essere entrato in possesso di una lista con un centinaio di conti correnti del Pd appoggiati su filiali Mps.

«Siamo venuti in possesso - dice - grazie a un alto funzionario della banca senese, persona di assoluta affidabilità e attendibilità, di un'enorme lista di conti corrente intestati al Pd, più di un centinaio, dove nel mese di dicembre sono transitati, su ciascuno di questi conti targati Mps, due bonifici per circa 200mila euro a conto. Il totale è di diversi milioni! Ora io non so cosa possa significare questa carta che già domani (oggi, ndr) metterò a disposizione degli inquirenti, ma trovo ridicolo che D'Alema o chi per lui dica di non saperne nulla delle cose del Monte dei Paschi di Siena quando poi, proprio a Mps, viene affidata un fiume impressionante di denaro che finisce in ogni angolo del Paese». In effetti i bonifici che il Giornale ha visionato sono allegati a una lettera del tesoriere Pd, Antonio Misiani, del 20 dicembre scorso, nella quale si danno indicazione al Centro Enti della banca senese di effettuare i versamenti sui conti correnti indicati.

Misiani, al Giornale, offre questa versione: «Dispiace rovinare l'eccitazione dell'onorevole Romagnoli di fronte a un documento che (a suo dire) proverebbe chissà quali rapporti tra il Pd e Mps ma lo informo che è andato decisamente fuori strada. Primo. Il Pd opera non solo con Mps ma con alcune tra le maggiori banche italiane: Intesa, Bnl, Bpm, Poste. Secondo. In relazione alla nuova normativa sul finanziamento della politica - la legge 96/2012, che ha dimezzato i contributi pubblici ai partiti introducendo l'incentivazione dell'autofinanziamento - il Pd ha deciso di centralizzare nel bilancio nazionale le entrate da tesseramento e da erogazioni liberali raccolte, aprendo una serie di conti correnti (uno per ogni struttura provinciale e regionale: oltre 100, appunto) intestati al Pd nazionale ma – trattandosi di risorse che lo statuto destina alle strutture locali - con delega a operare attribuita al solo tesoriere di ciascuna federazione provinciale e regionale. Dovendo aprire un numero elevato di conti correnti con una movimentazione complessiva consistente (il Pd ha oltre 600mila tesserati con una quota di iscrizione minima di 15 euro), abbiamo effettuato un'indagine di mercato individuando in quella di Mps l'offerta più conveniente. Tutto qui.

Resta il fatto molto grave che un documento interno relativo a un cliente di un istituto di credito è diventato di dominio pubblico, diventando oggetto di un tentativo abbastanza maldestro di strumentalizzazione politica».

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