Gli scheletri del dipietrista

Quando si seppe dell'indagine a carico dell'assessore comunale di Napoli Pina Tommasielli (Idv), accusata di aver fatto cancellare sette multe al cognato, il commissario regionale del partito Aniello Di Nardo si dimostrò inflessibile: «Per ragioni di opportunità, deve rimettere immediatamente il suo mandato nelle mani del sindaco». E ancora: «L'alterazione del registro di protocollo mirata a favorire i parenti e la contestata truffa costituiscono accuse gravi. Italia dei valori è il partito della trasparenza e non può tollerare ombre», ruggì l'ex senatore dipietrista.

Che oggi, però, si ritrova con un imbarazzante conflitto d'interessi in casa: il nipote, Amedeo Di Nardo, rinviato a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato nel processo «Gettonopoli», non solo è stato candidato ed eletto, nel partito del Gabbiano, nel consiglio comunale di Castellammare di Stabia (Napoli) ma è in procinto di diventare il nuovo presidente dell'Assise consiliare. Su di lui, però, lo zio tace. D'altronde, si sa: i nipoti so' piezz 'e core.

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