Una polemica che va avanti da qualche giorno, con il centrodestra che contrasta i sindaci rossi sulle richieste di spesa post-alluvione, Alice Buonguerrieri, giovane deputata di Fdi, sceglie la battaglia pubblica. E parla di spese «quasi a scrocco». Perché nel suo elenco c’è di tutto: dal museo medievale di Bologna all’ex convento di San Mattia del capoluogo emiliano (sede dell’istituto storico della resistenza e della liberazione, che è già ben finanziato dall’amministrazione Lepore), passando per l’Irccs Rizzoli, la pista ciclabile del lungo savio a Cesena, istituti vari e interventi su palazzi storici, come il Guidi, per cui si chiede il ripristino degli infissi e del manto di copertura. Sono solo alcune delle spese che i sindaci dem dell’Emilia-Romagna stanno domandando a Roma. Il legame tra i luoghi citati è uno: non sono stati toccati in via diretta dall’alluvione. Eppure da sinistra provano a battere cassa.
Cesena poi è un caso a sé. Enzo Lattuca, sindaco e presidente della provincia di Forlì-Cesena, si è difeso: sono semplici richieste. E non è detto che il governo le recepisca, afferma. Intanto però, nel gigantesco file che elenca tutte le domande di spesa, compare anche il Torrente Cesuola (15milioni di euro di richiesta). Per quel corso d’acqua, altro esempio, c’erano già progetti in grado di certificare danni pregressi. Tra quelle che vengono considerate «anomalie», sempre per la città dei tre Papi, vengono segnalate pure la Biblioteca Malatestiana (1 milione di euro) per infiltrazioni. Ma pure in questo caso c’è chi è pronto a giurare che fuoriuscite e difficoltà strutturali fossero evidenti prima dell’alluvione. Stesso discorso per i 4milioni di euro chiesti per la Sala Bingo Ippodromo. I dem stanno provando a replicare. Continuano a sostenere una tesi: la nomina di un commissario straordinario non del Pd rappresenta una forzatura istituzionale. E Lepore assicura che da oggi parlerà solo con Figliuolo. Ma le tante stranezze sulle possibili spese lasciano pochi margini alle difese d’ufficio: per Palazzo Albornoz, sede cesenate del municipio, il sindaco chiede 600mila euro per la messa in sicurezza. Lo stesso primo cittadino aveva annunciato tempo fa l’imminenza dei lavori. Era il marzo del 2022. Ancora a Bologna: nell’elenco figurano alcune Ausl. Sempre per infiltrazioni. Solo che i dipendenti degli ospedali parlano da tempo di perdite. Alice Buonguerrieri, parlamentare Fdi (il partito che ha scoperchiato le anomalie della lista), ne è certa: «Il sindaco Enzo Lattuca, che è anche presidente della Provincia di Forlì-Cesena, ha richiesto una serie di interventi in cui compaiono, come da noi da subito evidenziato, situazioni già presenti prima dell'alluvione, situazioni che fanno capo al Comune ma anche ad altri enti pubblici e società partecipate. E anche queste contribuiscono a gonfiare il conto che, per gli interventi attinenti al solo territorio comunale di Cesena, superano i 70 milioni di euro».
L’esecutivo guidato dalla Meloni ha già stanziato 4 miliardi. E oggi sarà il giorno dell’esordio del generale Figliuolo quale commissario straordinario. Il centrodestra non asseconderà quella che sarebbe una vera e propria dispersione di fondi. Magari è anche per queste ragioni che non è stato nominato un commissario proveniente dai dem.
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